Idioti.
Sono morta insieme a due idioti.
Brancolano nel buio, senza idea di dove siano. E si pavoneggiano della loro nuova condizione, senza una vaga idea di quale sia. Non siete morti, capito? Non siete morti! Volete concentrarvi per una buona volta e ascoltarmi? Non siete…
Sono morta.
Loro, nelle loro maledettissime auto, sono vivi, e io sono morta.
Tutta d’un pezzo, finalmente.
Un’oretta fa ero spezzata in due,
metà sul parabrezza di un’utilitaria rosa,
metà sotto il radiatore di un SUV.
Io sono morta e loro sono in coma.
In coma, capite?
Una presa in giro.
Lui si sveglierà tra 13 giorni, alle 10:53, mentre suo figlio lo starà fissando pensando, come in quei film patetici, che concentrandosi sul mantra "Papà, ti prego, svegliati!", e versando qualche lacrimuccia, si sveglierà. E questo sarà il caposaldo della sua infanzia fatta di illusioni. Babbo Natale gliel’hanno già distrutto tre anni fa, quando si è messo in testa di fargli una retata e invece ha scoperto che il vecchio grassone con orribili cappelli rossi sotto l’albero di Natale non era altro che suo padre, mentre chiavava la moglie-renna tra i regali, in un impeto di passione natalizia. Grazie a questo scherzo del caso, invece, potrà continuare a credere nell’amore (e nel beruf), avrà una vita mediocre ma soddisfacente, e morirà nella pia illusione di essersi guadagnato un trono in paradiso pur non avendo fatto mai un cazzo per aiutare il prossimo.
Lei, invece, si sveglierà dopo 4 anni e 8 mesi e 16 giorni giorni, alle 17:17. La sua passione per la numerologia la travolgerà a causa di questa coincidenza numerica (1717 giorni altresì rappresentabili da potenze di due), e questo l’aiuterà ad affrontare il divorzio dal marito che comunque non amava già prima dell’incidente. Durante la sua carriera accademica conoscerà un suo collega, assistente a vita e portaborse leccaculo ad Analisi 2, e sarà un rapporto difficile che sfocerà in convivenza solo una volta costretti alla pensione. Ma sarà comunque contenta, per quanto le sarà possibile, per il fatto che, alla fine, qualcosa avrà preso una piega giusta.
Io invece sono qui. In questa specie di limbo, in una dimensione sovrapposta a quella di quei due deficienti. E mentre mi strazio a sentire le stronzate pompose che blaterano i miei carnefici, mi rendo conto che c’è un qualcosa che sta cambiando dentro di me, e riesco a capire molte cose. Riesco a vedere il futuro di una delle dimensioni del multiverso, e poi di un’altra dimensione ancora, e poi ancora, e tra qualche minuto riuscirò a vedere ogni futuro possibile. Man mano dentro di me sento arrivare tutto lo scibile del mondo, la conoscenza dei particolari più infimi di ogni tempo, e sto andando così a ritroso fino all’inizio. La causa prima. E, se mi va bene, anche lo scopo. Wow. Finalmente. Alla faccia degli escatologi.
Ma c’è un problema, che mi strazia.
Più cose capisco, meno mi riesce di descriverle.
E, porca miseria, io vorrei che anche voi sapeste,
senza dover aspettare di morire.
Ecco, adesso non riesco più.
Leave a Reply to MercedesColomar Cancel reply