A volte mi mancano cose.
Mi manca l’attesa.
Mi manca la scoperta.
Mi manca dover pensare a tutto per non pensare a nulla.
Mi mancano i confronti inaspettati. Con persone inaspettabili.
Mi mancano i Quintorigo. Quando c’era John De Leo.
Mi manca il mare all’alba.
Mi manca bere un bicchiere di vino rosso sul muretto in autunno.
Mi manca fare una foto meravigliosamente inutile.
Mi manca sedermi ad una panchina e non fare altro che guardare il mondo scorrere.
Mi mancano quei concerti da due soldi a cui non volevi andare ma, ehi, valeva la pena.
Un po’ meno, mi manca quel senso di spossante inquietudine a cui non sapevo dare né spiegazione né soluzione. La soluzione, forse, è arrivata. Transeunte. Forse. In fondo è come scivolare lungo un’infinita transizione.
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