Cammino con la testa rincantucciata nel mio cappuccio, e sorrido alla vecchia che sbraita contro chissà chi laggiù. Calpesto la tetta di una signorina in bikini su un catalogo abbandonato sull’asfalto e chiedo scusa, passo avanti, arriva una medusa, guardo e passo oltre, scorgo in lontananza un fiore di loto che muore d’indifferenza, e una collina nera bagnata di pianto. La luce cambia i suoi colori, e il cuore batte tanto da far girar la testa. All’improvviso: immoto; subito: ripresa.
Mentre studio possibili cause e possibili effetti spero che sia proprio quel soffio a renderci vivi.
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