Come diceva Toti: «Squilla il telefono, subitaneo rispondo!» E chi in questo caso a fustigarmi con l’ennesimo giochino del blogger socializzante® è nientemeno che il Capitan Charisma.
Vi avviso: d’ora in poi con me moriranno tutte le catene.
Altrimenti giuro che il 13 giugno faccio partire una catena di Sant’Antonio, su Sant’Antonio, visto che quel giorno si festeggia, per l’appunto, Sant’Antonio. Sant’Antonio in questo momento si starà rivoltando nel loculo.
Io non sono un assiduo lettore, e bene o male quei pochi libri che ho letto mi son piaciuti tutti. Non me la sento di dare una scala di valori. Quindi li sceglierò a cazzo come al solito.
Allora.
Il dizionario di inglese monolingue Collins Cobuild. Giuro. È un librone dalla copertina rassicurante (però senza scritta “Don’t Panic” a grandi lettere sul retro), che ti mette gioia solo a guardarlo. Anche di sbieco.
Tutto quello che sai è falso. Un pezzo di sana controinformazione.
Lettera a un bambino mai nato. Oh, dite tutto quello che volete, magari si è rincoglionita dopo, ma se dovessi basarmi su questo libro direi proprio che la Fallaci è adorabile. Ringrazio ancora la mia prof del ginnasio.
Novecento. Adoro il monologo finale. Vorrei andare ad un corso di teatro solo per poterlo recitare da mattina a sera. Anche perché poi ogni tanto capita che quando sto mezzo ubriaco piglio qualcuno e lo costringo a sedere per assistere a performance penose. Però gratis, sempre gratis.
1984. Jere, te l’ho ridato più poi?
Le ostinazioni di un matematico. Da regalare a Spartaco.
Signs. Un libro di foto. Insegne. E come le insegne curiose che trovi sfogliando le sue pagine sono cariche si significati, anche il libro stesso lo è diventato.
Architettura dei computer e Il linguaggio C. Oh, e non ci posso far nulla su questo. Sono pur sempre un mezzo smanettone. E comunque Tanenbaum ha uno stile fantastico.
Ho perso il conto.
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