Era come una linea sinuosa che si sviluppava in alto e in basso lungo il tempo di piccole liti, ritardi e spiacevoli sorprese, cani (sì, anche Nikita makes me smile), baci in gruppo, baci sul mento, 3 cuba libre, 3 piña colada, mojito e vodka pesca lemon.
Ma anche collant strappati, scarpine e gonne, girovagando in ogni direzione, con la testa stanca poggiata di lato e il viso che lo sciamano, con larghi gesti armoniosi, aveva ordinato di dividere a metà tra il sette e l’otto; e poi finalmente guardare e riguardare ogni centimetro di ogni foto per scrutare un particolare che rievocasse un qualsiasi momento. Istanti che contengono altri istanti e altri ancora, e scivolano verso un infinito quadridimensionale, come tra due specchi in parallelo. Istanti da catturare e rivivere. Rivivere.
Ancora una volta ho desiderato che questa pelle stanca e morbida non dovesse mai tornare.
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