Insofferenza. Singulto.
Perché è solo una piccola goccia che cade in un piccolo lago immobile, viscoso. Le onde si propagano lentamente. Poi, di nuovo, l’immoto. Quando si può si ingaggia una persona affinché si prodighi a raccoglier gocce prima che giungano alla superficie. Raccoltene un congruo numero, le riversa a terra e ricomincia.
Ma a volte non ne basta una. Le gocce son tante, a volte troppe, non si fa in tempo a prenderne una che dall’altra parte ne son già cadute due. Così c’è chi ne ingaggia tante, e tante ancora. A volte continuano a sfuggir gocce, o traboccano dalle bacinelle, ma va bene così. Tutto confluisce comunque nelle acque tranquille del lago, sì, ma in un modo così dolce, ovattato. Quasi indolore.
Altre volte, invece,
inspiegabilmente,
qualcuno piscia sul lago.
È questo, credo, quello che chiamiamo delusione.
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