Dammi qualcosa di violento.
Dammi un'opportunità per distruggere tutto.
Qui e ora.
Come allora, ancora.
Vago per improbabili strade in cui fermo volti sconosciuti e indistinguibili, biascico qualcosa, aspetto una risposta che so già essere incomprensibile. Allora scavo a mani nude nell'asfalto, finché le unghie lasciano lo spazio a grumi di sangue sulla carne viva, e poi scavo ancora, e ancora.
Mi infilo in un tunnel creato da me. Stretto. Profondo. Asfissiante. Sono stremato. Le braccia non si muovono più. Non posso più andare avanti. Non posso più tornare indietro. Sono bloccato in fondo a qualcosa che va in nessun luogo. Mi manca il respiro. Sento la terra arida. Entra nei polmoni. Raschia la gola.
Alla fine di tutto questo non resterà più niente. Non resterà più luce. Non resterà più alcuna certezza. Non resterà più alcuna sensazione. Lo so già. Lo sapevo già da prima.
Ma domani ricomincio.
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