Questo lo devo ai tanti poveri splinderiani che, ignari del futuro dei loro blog, vorrebbero volare per altre mete ma non vanificare tanti anni di masturbazioni mentali.
[Sì, lo ammetto, la parola masturbazione è stata inserita appositamente per attirare di nuovo le ricerche onaniste sui soliti post.]
Intro/1. Perché Splinder è così brutto?
Splinder non è poi tanto brutto. È una community ancestrale e popolosa, dove trovi un po’ di tutto: adolescenti turbati, post-adolescenti ancora più turbati, anoressiche, coppie annoiate, membri della setta dei bidiessemmisti, e così via.
Il problema di Splinder è che non se lo caga nessuno. Nel senso che c’è una tradizionale vacatio imperii che è inevitabilmente peggiorata con l’acquisizione da parte di Dada. Per farvi capire, Dada è quel provider dal nome molto artistico che, una volta, era famoso per il motore di ricerca superEva, ma che adesso è più famoso come venditore di servizi di hosting inutilmente costosi (e dalla qualità discutibile) e MP3 e suonerie che mi vergogno a pensare che qualcuno possa davvero acquistare.
Dal momento che la redazione di Splinder è completamente assente, non c’è nessuna conferma o smentita in merito alla possibile chiusura dei battenti di Splinder, in una data fissata al 24 Novembre 2011. Si dice che si farà tabula rasa dei blog, e il sito diventerà l’ennesima porcata vendi-suonerie.
Lo possono fare? Certo. È giusto? Forse. Perché? Perché Splinder è un servizio offerto in modo completamente gratuito, e a quanto pare questo è la soluzione più redditizia che siano riusciti a concepire. Certo, un po’ di comunicazione in più, però, non sarebbe guastata mica.
Intro/2. Perché WordPress e non, per esempio, Blogspot?
Perché WordPress è figo.
Certo, alla fine potreste scegliere anche Blogspot o qualsiasi altra piattaforma, ma WordPress è veramente figo. Senza perdermi in dettagli a dimostrazione della mia tesi, in parole povere si possono fare così tante cose che qualsiasi utente medio di Splinder rimarrebbe a bocca aperta.
Ah, e per di più tutto aggratisse.
[Bocca ancora più aperta.]
WordPress è prima di tutto un programma che si scarica da wordpress.org e si installa sul proprio sito. Sì, questo implica che avete bisogno di comprare un sito web e smanettare un po’ per installarci sopra WordPress. Per esempio io conosco un provider buonino, che costa pochino (vedi qui) e istruzioni complete su come installare WordPress lì, su questo blog.
[No, non mi pagano per queste marchette.]
[Beh, oh, se qualcuno vuole darmi qualche soldino non mi lamento mica eh.]
In alternativa, se proprio volete andare a costo zero, WordPress offre un suo servizio di blogging sul sito wordpress.com. Tuttavia, in questo caso, non si possono installare plugin, quindi [novità!] bisogna approfittare di quello che si ha, ossia importare un altro blog WordPress. E dov’è l’altro blog WordPress in questo caso? Sul vostro computer.
Come funziona in modalità tirchiona? Praticamente dovete far finta che il vostro computer sia un sito web (uno lo chiamerebbe WAMP), e installare WordPress sul vostro computer. In questo modo avete la possibilità di installare ‘sto benedetto plugin, quindi si tratta di: 1) importare seguendo i passi descritti qui sotto, 2) esportare il blog appena creato, e poi 3) importare il tutto sul blog vero, quello su wordpress.com. Sembra una cosa da lacrime&sangue, ma in realtà si tratta giusto di un paio di passi in più. Inoltre, se seguirete la sfavillante guida in 12 passi di FrancesGlass, la vostra nuova vita blogghistica vi sembrerà ancora bella.
Fatte tutte le premesse, cominciamo.
Parte I. Scarica il blog sul tuo hard disk.
Io l’ho fatto come prima cosa. Così, tanto per star sicuri. Perché è vero che alla fine il trasloco molto probabilmente riesce sempre bene, ma che ne sai che può succedere nella vita? Oppure può essere che questa guida alla fine vi risulti troppo complicata. Oppure può essere che, insomma, chissenefotte del blog vecchio però oh dài mi dispiace.
Ci sono vari programmi che si occupano di scaricare interi siti sul computer. Hanno vari nomi: website ripper, website copier, website downloader, offline browser, ma in soldoni fan tutti la stessa cosa.
Quello che ho usato io è HTTrack. Semplice, veloce e – come sempre amici miei – aggratisse.
Come funziona? Scaricate, installate, e seguite questa guida per scaricare il vostro sito. Dovrebbe essere abbastanza facile, e in un’oretta al più dovrebbe esser tutto fatto. Fate attenzione ad avere abbastanza spazio libero sul computer, nel mio caso il blog intero pesava quasi 600 MB, ma nel vostro caso potrebbe essere anche di più. Potreste valutare l’idea di mettere il tutto su un DVD da appendere alla parete, a ricordo dei bei tempi andati. Un po’ di romanticheria geek non guasta mai, in fondo.
Parte II. Installate Splinder Importer sul vostro blog.
Una delle cose fighe di WordPress è che permette di importare automaticamente i blog da alcune piattaforme “standard”, come Blogspot o WordPress stessa, ma anche semplici feed RSS.
Basta andare nella Dashboard, poi su Tools e infine su Import.
Vi appare una lista di piattaforme famose.
Ovviamente, siccome Splinder è una piattaforma sfigatella, nella lista non c’è.
Per ovviare, un gruppo di angeli ha creato un plugin dal nome abbastanza esplicativo: Splinder Importer. Questo plugin scarica sia i post che i commenti dal vecchio blog, e si preoccupa di ricrearle pari pari sul nuovo. Imposta persino la stessa data. Anziché aspettare di avere una macchina del tempo per tornare nel 2006 e scriver male di Berlusconi sul tuo nuovo blog anziché su Splinder, lo fa lui per te.
Le istruzioni sono sul sito (e in realtà anche su questo blog, che immensamente ringrazio per avermi fatto da Virgilio), ma tanto lo so che non ci capirete una mazza e quindi le riscrivo qui. Scaricate il plugin, andate di nuovo sulla Dashboard del vostro nuovo blog, poi su Plugins, poi su Add New, caricate lì il file che avete appena scaricato, attivate… et voilà: tornate alla pagina Import, e Splinder figurerà nella lista delle piattaforme pheeghe da cui importare.
Siamo pronti?
No.
Prima dobbiamo dare l’estrema unzione al blog morente.
Parte III. Eutanasia.
Fate login su Splinder, andate su Blog (in alto), poi su Configura (appena sotto) e poi su Impaginazione (a destra – si lo so, quest’interfaccia fa cagare, ma coraggio, è l’ultima volta), e impostate:
- Numero post per pagina: 30
- Attiva la paginazione dei blog: No
- Fuso Orario: controllate che ora e data siano corrette
- Formato dell’ora: scegliete quello che fa tipo 20/12/2012 20:12
Attenti all’ultimo parametro, è il più importante! Se il formato della data non sarà corretto, il plugin non potrà impostare le date in modo automatico, e in quel caso, per dirla per dirla con concretezza, ve lo fate in mano.
Poi andate su Template (accanto a Configura), cancellate il template corrente (potete lasciar stare il box CSS sotto), e incollare il template richiesto da Splinder Importer. Se non sapete di cosa sto parlando, tornate semplicemente alla finestra dove WordPress sta aspettando il vostro ok per risucchiare il vostro passato blogghistico.
A questo punto il vostro blog sembrerà orrendo. Però fa niente, ora è pronto per l’importazione. Alla fine del processo potrete sempre ripristinare il vecchio template.
Parte III. Adieu.
Tornate al vostro nuovo blog e indicate l’indirizzo di quello su Splinder. Fate corrispondere la data di inizio con il post più vecchio del vostro blog – potete anche lasciare le date così come sono, però considerate che in questo caso il sistema perderà un sacco di tempo a cercare post che non esistono.
L’altra cosa da considerare è se volete importare le categorie di Splinder come categorie o tag. Qual è la differenza? Nella pratica nessuna, dipende da come avete usato le categorie di Splinder sul vecchio blog. Alcuni (come me) usano una manciata di categorie come delle specie di sezioni argomentative, altri le usano come dei veri e propri tag per descrivere un singolo post, e quindi ne hanno tantissime. Nel primo caso è bene importare come categorie, nel secondo è bene importare come tag. Ma alla fine fate un po’ quello che cazzo vi pare, eh.
Ultima cosa, ovviamente, è decidere se importare anche i commenti. Farlo o non farlo cambia poco. Quindi, anche qui: un po’ quello che cazzo vi pare.
Bene, adesso cominciate.
Ecco… compaiono numeri e messaggi strani? ‘Zzo vogliono dire? Boh.
Ad un certo punto si ferma tutto.
Panico.
Che è successo?
Si è rotto Internet?
No. Tranquilli. È una limitazione tecnica. Gli script devono interrompersi dopo un certo numero di secondi e poi ripartire quando l’utente autorizza a continuare. Quindi basta cliccare sul link che invita a continuare, e lui continua. Lo so, è logorante e ci vuole un sacco di tempo se avete un sacco di post, però ogni trasloco è doloroso, e in fondo è per una buona causa. Nel frattempo, magari, potete pensare a cosa scrivere sul vostro nuovo blog, no?
Attenzione però, queste interruzioni continue potrebbero (e dico potrebbero perché a me, per esempio, non è successo) far sì che Splinder Importer salti dei mesi. Quindi vi conviene, una volta terminata l’importazione, mettere a paragone il nuovo e il vecchio blog e verificare che per ogni mese ci siano gli stessi post. Se c’è qualcosa che manca, ripetete l’importazione solo per quei mesi. Da quel che ho capito non dovrebbero generarsi dei post duplicati, ma dovesse capitare vedrete che eliminare e modificare i post, in WordPress, è una cavolata. Potete modificare persino i commenti. Geniale.
Conclusione.
In conclusione niente, adesso se tutto è andato bene avete un vostro sito, il vostro nuovo blog coi vostri vecchi post, un nuovo sistema da imparare (che palle) e tanti template e plugin con cui giocare.
Magari Splinder chiuderà, magari no, ma arrivati a questo punto potrete fregarvene.
Ah, ovviamente ricordatevi che i link sui post e commenti fanno ancora riferimento al blog su Splinder, quindi dovrete modificarli manualmente. Ci sono dei plugin che fanno questo lavoro quasi in automatico, ma cercateveli da soli.
Divertitevi!
Io vado a nanna.
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