La ballata del rimpiazzino, aka: Claustrophobia.

Cloaca emozionale.
Quando scoppierai?
Quando arginerai questi dadini acuminati
che scivolano lungo la superficie
per poi sparir via?

Perché lungo il vetro scivola davvero di tutto.
E non resta quasi più niente di buono.
Eppure prima non era così.
Prima era vetro ruvido,
attrito funzionale.

O forse è sempre stato così,
e quella non era altro che l’ennesima pressione.

Però ieri, mentre mettevo le mani in tasca, e tiravo fuori le ultime tracce di quel black-out per distruggerle, l’ho sentito. Davvero. Forte. Giuro. L’ho respirato forte, e a lungo. E io non son mai tanto sicuro in questi casi, ma stavolta… ma stavolta. Stavolta è davvero inutile sapere se è vero o no.

Allora mi sono tolto il cappuccio, mi sono alzato e sono tornato dentro. Ho preso le mie cose e sono uscito immediatamente, ho fatto un ultimo respiro, profondo. E ho pensato che, dopotutto, c’è tempo e tempo.

Sono soltanto un po’ fuori tempo.
Last anti-2046 hero.

Comments

11 responses to “La ballata del rimpiazzino, aka: Claustrophobia.”

  1. SpoonG Avatar

    Che commento esaltante!

  2. nonsisamai Avatar

    a volte essere fuori tempo puo’ essere tragico

  3. Robba12 Avatar

    il tuo esser fuori tempo non è per forza un male…

    Captain’s Charisma

  4. oraDem Avatar

    Il vetro ha un vantaggio:

    da una parte la goccia scorre, dall’altra, si ha l’impressione che scorra.

  5. dionisiako Avatar

    EUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!! 😛

  6. TheLegs Avatar

    Bralina, ??

    nonsisamai + Rob: dipende, fuori tempo nel senso di asincrono o anacronistico?

    oraDem, però è più piacevole, per me, vedere quelle gocce che, appena giunte, restano lì, ferme, a guardarsi tra loro, senza alcuna voglia di scivolar giù. Prima di unirsi e poi cedere alla gravità. E prima che il vetro sia così umido e viscido da lasciarglielo fare.

    dK, odioso bastardo 😛

  7. shadysun Avatar

    dopotutto, c’è tempo e tempo

    ‘nfatti.

    all’inizio i ricordi fanno così male che (quasi) non riesci più a vivere. poi arriva il momento in cui i ricordi fanno meno male e così ti illudi di averli ormai digeriti e smaltiti. eppoi arriva il momento in cui brandelli di ricordi tornano a galla e a quel punto temi di aver soltanto girato in tondo per poi tornare al punto di partenza.

    Cmq alla fine ‘st’alternanza è assolutamente fisiologica, basta accoglierla e accettarla. Chè la sola cosa innaturale sarebbe opporre resistenza al tempo che ci attraversa

  8. TheLegs Avatar

    Ecco, brava. Il tempo ci attraversa.

    Il fatto è che a volte sembra così freddo e tagliente, mentre altre volte diventa una brezza tiepida che ti accompagna.

  9. shadysun Avatar

    e allora, quando hai paura che sia troppo freddo e tagliente, attrezzati come puoi, come sai, o semplicemente come ti gira in quel momento, per affrontarlo…tanto poi prima che uno se ne accorga, l’inverno ha fatto il suo corso ed è tornata quella brezza tiepida…e tu mica ti vorrai far sorprendere ancora vittima degli ultimi malanni di stagione quando quella brezzolina sarà tornata, no?

    :))

  10. blacksea Avatar

    E’ tutto questione di sincronia. Parole tronche, che non germogliano, in attesa del giusto tempo. E intanto, claustrophobia.

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