Forse non sei davvero una squallida e sterile parentesi. Una deviazione infruttuosa. Un errore blu. Una sbobba indigesta. Un ruscello di fogna da evitare con un buon balzo.
Forse non dovrei pompare insieme denso risentimento e profonda indifferenza in un miscelatore affaticato. Forse dovrei ripensarci e non voler ergere più paletti così forti.
Ma ho pensato bene a quella sera, e la prossima volta che quell’ipocrita alfiere verrà a chiedermi «come stai?», gli risponderò «bene, adesso!», guardandolo con gli occhi di chi vorrebbe aggiungere «perché la tua presenza funambolica e ormai irritante, come tutte le altre, ormai non mi darà più fastidio».
Piccola zanzara, a volte penso che avrei dovuto scacciarti via subito dopo avermi succhiato il sangue, e lasciarti accoppiare con i tuoi simili per generare degna prole.
E non so se tutto questo è giusto.
Ma so di per certo che mi fa stare bene.
Che è quello che mi ci vuole.
Per ora.
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