Dolce notte insonne.
Balla, balla ancora, piccola checca.
Senza tema, né temi, né pensieri, né sguardi.
Come spiegare all’accanita fumatrice, mentre mi porgeva l’accendino e aspettava le sue venti dosi, che a quell’ora si era svegli o perché si era già svegli o perché si era ancora svegli?
Perché se ci avesse visti aspettare l’alba, rannicchiati come cuccioli per scaldarci l’un l’altro, sarebbe rimasta anche lei a guardare senza chiedersi più nulla, pensando che forse sono davvero giorni preziosi, vivi, inaspettati. Giorni che scivolano leggeri su nastri di seta, scossi d’impulso e senza pretese.
Giorni che vorrei far galleggiare in una piscina di soffice schiuma.
Fra mura biancoparadiso.
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