Category: Various

  • Estemporanea V.

    Io ammiro Oliviero Toscani.

    Dico. Bello questo viso.
    Con questo sorriso così luccicoso e inquietante.

    Sembra che ti voglia dire chiaramente: se tu stai male ci penso io, la bella sanità. C’ho trent’anni e non sembra. No, non perché sembra che ne abbia 36, idiota. Ma non vedi come sono tutta scintillosa? Tu affidati a me, sennò so’ cazzi tua. E non ti preoccupare se hai prenotato a settembre una visita per dicembre. Tanto lo sappiamo che non è urgente, anzi. Perché io funziono a dovere. Scarseggiano le risorse, noi le ottimizziamo per dar precedenza ai casi più importanti. Certo, a volte mi vengono a dire che hanno aspettato 12 ore in sala d’attesa. Ma, ragazzi, ce lo siamo dimenticato il buon Malthus? Siamo troppi. Gli Illuminati l’hanno capito già da tempo, e insieme a loro provvediamo tutti al vostro globale benessere.

    Una cosa del genere.

    Io ammiro Oliviero Toscani.
    È riuscito ancora una volta a prender per il culo i suoi committenti.

  • Estemporanea IV.

    Nel caso in cui riceva più copie di Fondamentale o di altre nostre comunicazioni, con nome, cognome e indirizzo anche leggermente modificati rispetto ai suoi dati, la preghiamo di contattare il nostro numero verde 800.350.350. Ci eviterà di disturbarla con corrispondenza inutile e consentirà a noi di risparmiare risorse da destinare alla ricerca oncologica.

    Ormai anche per l’AIRC è fondamentale l’ottimizzazione delle risorse volta a massimizzare i profitti.
    Da destinare alla ricerca oncologica, ovviamente. Anzi: oncologico-weberiana.

    Ma.
    Un attimo, eh.

    E la corrispondenza utile invece?
    E le 48 pagine a colori inviate a migliaia di felici destinatari in tutt’Italia?
    E gli esperti di marketing convocati per produrle?
    E il numero verde antispreco?
    E i testimonial a cui, come minimo, avran pagato la nota spese?

    Qualcuno mi spieghi dov’è la ricerca oncologica in questo.
    No perché magari, la prossima volta, uno si spara 30 ore per la vita al posto della chemio.

  • Stiamo lavorando per voi.

    Pioggia.

    È così bello quando arriva la pioggia.
    Ok. Ma quando arriva ‘sta pioggia?

    Insomma, pioggia, pensaci. Sei un po’ stronza.

    Lo sai che ti stimo moltissimo, anche quando mi hai fatto sfracellare la macchina pattinando meglio di Michael Jackson ai tempi del moonwalker. E sai anche che adesso non posso neanche più canticchiare «il traffico peggiora quando c’è la pioggia / e tutti si trasformano in guidatori stanchi / guidatori funky / fanculo a tutti quanti» che arrivato a «mi tagliano la strada mentre sono in moto» mi succede puntualmente qualche casino.

    Però ti stimo, te l’ho detto.
    Anzi, ti dirò di più, forse provo pure una certa affezione per te.
    Dico, mi è anche dispiaciuto quando sei sparita.
    Però, mi dicevo: ok alla fine tornerà prima o poi.
    Non avrei mica pensato che te ne saresti andata per tutta l’estate! Oh, manco una cartolina! E poi che fai? Quando meno me lo sarei aspettato fai la tua apparizione in grande stile. Per appena 5 minuti. Lasci uno smerdone sabbioso e poi scappi via. Peggio di Paris Hilton.

    Così come ieri. Sembravi finalmente rinsavita. E invece, tempo un’oretta e già più nulla.

    Allora, ti dico, parliamone. Ormai è arrivato il momento di tornare. Ok, fra un po’ di anni qui sarà tutto deserto (e pensare che una volta era tutta campagna!), però non è che devi anticipare necessariamente i tempi, eh? Che ne so, pensa ai percochi. I percochi quest’anno facevano anche un po’ schifo, perché ovviamente in tua assenza i contadini avran pensato bene di usare qualcosa tipo acqua di fogna per non sprecare l’acqua potabile. Mmm, percocainurine.

    Immagina.
    Arrivi te in gran carriera per, chessò, 2 giorni.
    I contadini son contenti.
    I carrozzieri e le assicurazioni pure.
    I venditori d’abbigliamento pure.
    I lavamacchine e i lavavetro pure.
    Laviamo un po’ il macadam, che sarebbe anche il caso.
    E io mi metto come nella pubblicità del Magnum alla finestra a rimirare i rivoli d’acqua scorrere sul vetro, e anziché pensare "azz, domani mi toccherà pulire", mi schiafferò ‘sto coso in bocca e tirerò un morso voglioso.
    La mia macchina finirà sicuramente più pulita di quanto lo sia adesso, e non è da poco.
    Poi lo sai che siamo dei tipi depressivo-invernali, quindi saremo in tanti ad esser contenti.
    E poi, se la temperatura si abbassa, posso ricominciare finalmente a mettere qualche cazzo di maglioncino che mi copre la trippa, che andare avanti a magliette nere con rigature bianchicce di sudore mi sta cominciando a fare anche un po’ schifo, eh?

    E poi sopratutto sto aspettando te per far partire l’iniziativa autunnale che farà contenti grandi e piccini della blogosfera (o almeno credo). E solo pochi eletti sanno in anteprima di cosa si tratta. E però questi pochi eletti giustamente si staranno rompendo anche un po’ ad aspettare.

    Quindi
    in sostanza
    muoviti!
    Oh.

    Prima che vada a dire in giro che te la intendevi con quello smottamento lì.
    E sai di cosa parlo.

    Baci.

  • Estemporanea III.

    Ambisco al medesimo risultato.

    Per ulteriori informazioni: http://it.wikipedia.org/wiki/Beatboxing

    Non vi conviene contattarmi su MSN in questi giorni, potrei riempirvi di link a video improponibili (ci sono martiri che possono testimoniarlo).

  • Just 1-minute-dose of soft rage.

    Le persone cambiano. Tu in peggio. E il fatto di aver sempre odiato la prostituzione virtuale si sta trasformando in una lusinghiera catena di incontri. In cui può riuscir chiunque, persino io.

    Ma io, e te lo dico con una convinzione che cresce man mano che capisco, sono meglio di te. Io preferisco amare, non innamorarmi. Io preferisco fare l’amore, non scopare. Io preferisco scrivere, non leggere. Io preferisco parlare, non provarci o sentir lusinghe. Io preferisco suonare, non ascoltare musica senza convinzione. Io preferisco stare con poche buone persone, non con chi capita. Io preferisco sputar fuori il veleno, non tenermelo dentro. Io preferisco vivere, non sopravvivere.

    E, stai pur certa, presto te ne andrai. Sarai lontana. Lontana. E non tornerai mai più. E quando ti guarderò non mi provocherai più rabbia né dolore. Mi farai ridere, piuttosto. Mi farà ridere l’insulsa vita che ti circonda. Mi farà ridere la tua ricerca di apprezzamenti. Mi farà ridere immaginare le persone tristi con cui te la intenderai (similis cum similibus, no?), e quelli che ti vorranno bene e ti staranno appresso quel tanto che basta per guadagnarsi il premio della tua bocca.

    Mi farà ridere tutto ciò che ti riguarda. Ma, soprattutto, il tuo stupido ostentare quella specie di normalità, e quell’auto-convincerti che così vada bene.

    E forse ti ringrazierò persino.
    Perché allieterai il mio spirito.
    E il mio ego.

  • Nightly balcony dreamaholics.

    Picture by fooorzaaa. Hand-made. Red ball-pen. Retouched. Deve smetterla di fare così caldo. Devo smetterla di guardare la vita scorrere in modo così incosciente (indecente) sotto il balcone sospeso sul vuoto. Sospeso lungo la linea retta, traiettoria di un uovo-proiettile sparato verso il luogo in cui non vuoi essere né oggi, né domani.

    E in quell’ammasso informe di mani così distrattamente indaffarate nel salutarti ritrovi le conseguenze di ciò che sei stato. Di ciò che sei. Inerme robboso in balia di onde sotterranee. E vorresti nasconderti dal reggaeton e dal punk ’70, vorresti tornare ad una chitarra che non suonerai, o un libro che non leggerai.

    O ad una penna stanca di scrivere.

    O ad un clacson irritato.

    Nottata calda e nostalgica. Come un tempo. Mai come un tempo. Sul balcone, caraffa di Heineken semi-surgelata. In attesa di un treno. O di un meteorite che si abbatta sulla carrozza motrice (ah, le cause di forza maggiore). Prendo una penna. Scriviamo! Non mi va di scrivere. Vabbè, io comincio, poi vedi te. Scrivo. Scrivo. Scrivo. Vediamo. È inutile che cerchi di leggere, ho scritto sul ginocchio, non ci capisce una mazza. Massì, tu intanto leggiti questo. Sento movimenti inconsulti della penna sul foglio. Ecco. Ma hai disegnato? Essì. Ah ok, allora poi gli do’ una ramazzata di scanner. Essì. Ah ok. Mi piace, sai? Riassume.

    (Picture: hand made by fooorzaaa)

  • Estemporanea I.

                                  Me too!
           òó/    èé          @@  *INPUT*
         T.||    .().G        _|_
    _______db_____db_________(OOO)_________

    L’ultimo ad di non so quale marca di omogeneizzati presenta un bambino che gattona smaliziato sui prati.

    All’improvviso si erge in piedi e, forte del vigoroso potenziale fornitogli dalla poltiglia di carne, prende in mano un martello e, insieme ad altri bambini-black-bloc altrettanto martellodotati, si lancia correndo alla carica, urlando felice e ancor più smaliziato, contro una vetrina immaginaria.

    In realtà questa massa di pseudohippie non sa che, dietro la telecamera e l’appena accennato sottofondo di Datemi un martello (sic), li aspetta la celere per provvedere quanto prima al [re]inserimento nella «grande catena di montaggio sociale nella quale lavoro da anni».

    Non più smaliziati, dunque, meriteranno un caloroso e compassionevole buon viaggio.

  • Polidipsia.

    Hunter » Spacciare per intelligenza una squallida acutezza retorica.
    » Confondere sensibilità con indomita resistenza ai complessi.
    » Garantirsi superiorità semplicemente denigrando il mondo circostante.

    Dov’è la fonte d’acqua pura?

    (Photo: salajin on flickr)

  • Fitting quotes, lesson II.

    – Perché sono attirato da una persona anche se so che non è giusta?

    – Guarda caso io so la risposta: perché speri di sbagliarti. E quando lei ti fa una cosa brutta e dentro di te ti dici che non è la donna giusta lo ignori, e quando lei ti fa una cosa bella, ti sorprende, ti conquista, tu perdi la scommessa con te stesso… e lei non fa più per te.

    (Da L’amore non va in vacanza, USA 2006)

    Tra l’altro, a parte che in questo film erano concentrati tre attori che adoro (indovinate chi è l’escluso?), il cameo di Dustin Hoffman che spulcia i DVD di Blockbuster non appena Jack Black prende in mano la copia de "Il Laureato" è una chicca squisita.

  • Confessioni di un criogenomane (mai) pentito.

    Ci sono 32 gradi all’ombra. E 35 al sole.
    C’è grande preoccupazione.
    Ma soprattutto ci si interroga: a che cazzo serve l’ombra?
    Gelato sciolto eri e gelato sciolto ritornerai.

    Il problema più grave è che ho scoperto di essere estremamente intollerante nei confronti di qualsiasi sussidio termico. Il ventilatore non mi fa niente se non lo tengo sparato contro la mia testa. E se lo faccio tempo un paio d’ore e devo correre da nonna Novalgina. L’aria condizionata mi uccide. Il caldo mi abbatte.

    Insomma, sono in preda agli agenti atmosferici.

    Ricordatevi di me quando mi raccoglierete col cucchiaino e troverete qualche resto di gelsi che avrò rubato poco prima di esser sconfitto dall’ultimo raggio di sole.

    Addio.

    Seriamente: se non scriverò nulla entro venerdì dovrete aspettare fino al sabato successivo, salvo complicazioni. Possibilmente senza arguire necessariamente che abbia tentato il suicidio e, di conseguenza, senza ritenere questa quale criptica lettera d’addio con riferimenti mistici da interpretare per giungere alla Verità Assoluta. Grazie per la collaborazione. Draga Hrvatska!