Category: Looking out

  • Virus (aka: sì, c’era un barlume di speranza, ma anche lui mi sa che è in vacanza).

    – Ho perso il lavoro.
    – Nun te preoccupà, ‘o ritrovamo… ‘ndo t’o si perso?
    – L’ho perso al ministero.
    – Embè? ‘O ritrovamo! Quanto po’ esse grosso ‘r ministero? ‘O mettiamo sottosopra e ‘o ritrovamo.
    – Ho perso pure tutti gli amici.
    – Nun te preoccupà: li ricchiappamo, li ricchiappamo tutti. Cerca de fa mente locale de ‘ndo t’i si persi…
    – Ho perso anche la fiducia, la fiducia nel prossimo, l’ho persa.
    – Tranquillo: ritrovamo pure quella. Io sto a fa’ a lista; hai perso: lavoro, amicizia e fiducia… ritrovamo tutto.
    – Ho perso anche la fede.
    – Ecco qua: aggiungo io! Se ritrova, basta ricostruì gli ultimi movimenti. Su, ottimismo!
    – L’ho perso l’ottimismo!
    – E che ce vo’? E ‘ndo t’i si… ‘ndo t’i si perso? Tu ti devi fa’ sempre ‘sta domanda: ‘ndo stavo? che facevo? che movimenti facevo… ritrovamo tutto!
    – Ho perso pure l’entusiasmo
    – Ecco qua, aggiunto: entusiasmo. Guarda, ce sta da lavorà, ce sta da lavorà perché i posti so’ tanti, però ritrovamo tutto!
    – E l’ultima cosa… me so’ perso i soldi
    – Eh… e qua, amico mio, non ritrovamo proprio ‘n cazzo.

    (Antonio Rezza, Virus, ITA 1996)

  • Storia di un calzino spaiato.

    Roma è infida. Ora l’amo, ora l’odio. Roma si perde in confusionari giraddestra e poi subitassinistra. Roma si illumina ad arte per lasciarti imbambolato. Roma lascia che il Vaticano ti faccia un controllo di buon costume poco prima di entrare nel suo territorio. Roma ti spenna ma poi ti fa rivendere foulard a prezzo pieno. Roma è calda e ti coccola con un frappè al cioccolato, ma prima ti toglie ogni forza e ti incolla all’asfalto appiccicoso.

    Subdola è stata tanto brava, e ci ha sopportati tutte le volte che le abbiamo rotto i maroni al telefono per trovare posti subdolamente veraci o posteggi subdolamente economici. Peccato averla ricompensata facendola rincoglionire appresso a due appestati in piena insolazione. Ma vabbè. Ci rifaremo se ricambierai la visita (nel senso che noi continueremo ad essere insolati, ma ti indicheremo noi un posto dove rinfrescare le fauci).

  • Estemporanea IX.

    Scene I: dammit.

    Il fatto è che, secondo me, ci vogliamo bene. Anche quando non ci capiamo più.
    E quando mi hai chiesto una sigaretta, con quella faccia, mi è venuto da piangere.

    Scene II: lo Spirito del Tempo.

    Spirito del tempo mantenuto spesso in tedesco come Zeitgeist è un’espressione, spesso adottata nella filosofia della cultura otto-novecentesca, che indica la tendenza culturale predominante in una determinata epoca.

    (da Spirito del Tempo, it.wiki)

    Un po’ dileggiato da forzature e semplificazioni, a dire il vero.
    Ma ti spiega in modo semplice semplice perché Cristo è una creatura di Costantino.
    E tante altre belle cose.

    Il video coi sottotitoli in italiano è qui, ovvero questo:

    Ringrazio di cuore il Catto per averlo segnalato.
    A suo tempo.
    Sì, lo so, è da 6 mesi che dovevo vedermelo.
    Ma in 6 mesi sai quante cose succedono?

    Scene III: on journey, on tour!

    Sono costretto a microferie, ma ne approfitterò per un giretto a Roma a partire da dopodomani.
    Visto che ho perso un po’ tutti i numeri di cellulare, prego ABS e subdola di farsi sentire al più presto.
    Subdola, tu hai il mio numero, non hai scusanti.
    Ricordati la cannella.

    Se qualcuno bazzica da quelle parti si faccia sentire entro lunedì alle 12 via Splinder, mail o MSN, o quando gli pare sul cellulare (di cui non avrete certamente il numero, indipercui dovrete organizzarvi con la subdola, per esempio, così avrà ancor meno scusanti… mi sento un demonio).

  • The Dumper, last episode (at late night, double feature, picture show).

    Maledetti pecoroni.
    Avete quello che meritate.

    Per questo e mille altri motivi non ti lascerò.

  • The Internet is for porn.

    E ve lo dice uno che voleva scaricare La casa di Topolino.

  • Estemporanea VIII.

    Scene I: I don’t like the widescreens but the widescreens like me.

    Perché io posso capire che 1280×800 sia una risoluzione un po’ strana. Però non è normale che sia GNOME che KDE si imputtanino e facciano finta che la risoluzione sia 1024×768 e mi mostri barre e finestre a 3/4 dello schermo… e tutto il resto dove lo mettiamo?

    Scene II: I don’t like the bills but the bills like me.

    Su Radio Radicale: «Abbiamo deciso di non candidarci alle elezioni politiche per non partecipare al banchetto dell’illegalità che caratterizza questo che ormai non è più uno Stato di Diritto; pertanto ci presenteremo solo alle amministrative con la Lista Bonino».

    Vabè.

    Dieci minuti dopo: «Pur sostenendo Rutelli in queste elezioni amministrative abbiamo comunque nostre caratterizzazioni specifiche».

    Sostenendo chi?

  • Manifesto anarco-costituzionalista.

    La comprensione è un’utopia, come l’anarchia.
    Ed è per questo che va ricercata.

    (Bluvertigo, La comprensione)

    Con questo manifesto vogliamo mostrarci pubblicamente come umili micetti di nome Behremoth che protestano timidamente contro il temerario potere di nome Leviathan. Il potere che i nostri predecessori hanno concesso millenni fa, che ci si è rivoltato contro, e che tutt’ora ci viene tolto, imprigionandoci nella gabbia logica che ci hanno cucito addosso come un vestito soffocantemente stretto.

    Il potere non è onnipotente. Siamo noi gli onnipotenti, quando siamo degli individui che convergono verso un fine concertato. Ma a condizione che si comprenda a fondo il motivo per cui ciò deve accadere. È questo passaggio la vera madre dell’utopia.

    Noi siamo onnipotenti. Noi vi abbiamo dato il potere, noi possiamo togliervelo. Noi possiamo distruggere il potere e ricostruirlo secondo le forme che più ci aggradano. Potremmo anche costringervi a non costringere. Ma non è questo quello che vogliamo.

    Noi non vogliamo l’Anarchia, quella vera. Quello è il fine ultimo per una generazione che non giungerà mai perché non sarà mai pronta a gestirla.

    Noi vorremmo solo, con un condizionale rassegnato, che la vera legge sia quella dei principi ispiratori della nostra Nazione. Principi che tutti agitano a proprio piacimento secondo ciò che gli è comodo, senza alcun criterio, al fine di soddisfare un sana perversione retorico-persuasiva, o per paventarne il suo disprezzo.

    Riteniamo che la nostra Costituzione sia stata realmente calpestata, più e più volte, ma in modo in realtà intrinseco e fisiologico, da una classe politica ancora troppo vecchia, che resiste direttamente o indirettamente ai teatrali e insipidi passaggi tra repubbliche, troppo viziata dall’idea di onnipotenza e impunità; schiavi dello storico giogo Alleato mantenuto poi in vita da lauti compensi, eppure apparentemente così forti, grazie all’indifferenza generale di chi è buono a lamentarsi dietro un cappuccino e un cornetto, mentre in tasca ha una busta con il simbolo da tracciare sulla scheda e una banconota 20, 50 o 100 euro. Il nostro prossimo futuro varrà così poco?

    Non vi diremo mai di non andare a votare, né di nullare le vostre schede. Vi chiediamo, al contrario, di esercitare ai massimi livelli il vostro diritto, quando vi troverete a fare il vostro dovere.

    Fate ciò che ritenete più opportuno per rendere difficili queste elezioni: potete disturbare le operazioni di voto seguendo la (anche se – ahinoi – ridicola e negli effetti inutile) protesta che consiste nel rifiutare la scheda. Potete votare piccoli gruppi e liste civiche nel tentativo di creare un’instabilità di governo forse anche peggiore di quella che ha caratterizzato l’inizio di questa legislatura. Potete inscenare patetiche proteste con tanti piccoli gruppi in tutt’Italia, alzando bandiere rossonere di fronte ai seggi, e vedere se i media saranno attratti dalla tentazione di tacciarvi come anarco-insurrezionalisti, milanisti o foggiani.

    Siamo rassegnati, ma abbiamo una piccola verità tutta nostra.

    Raise your flag.

  • The Dumper, episode III.

    Non può chiamarmi mentre sta scrivendo un anti-virus in PHP in preda ad un attacco di diarrea.

    Non tanto per l’attacco di diarrea,
    Quanto piuttosto per l’uso del PHP.

    Rivoluzionario sfigato.
    Vado a cercarmi un MVP.

  • Estemporanea VII: GDG rmx.

    Siamo troppi.
    E troppe sono le informazioni.

    Fin qui niente di nuovo, lo sappiamo tutti, qual’è il problema? Voglio dire, è inevitabile, siamo così tanti che forse è un’enormità che non riusciamo neanche a concepire. Allora ci accontentiamo di conoscere uno stretto numero di persone (in media sulle duecento), di imparare un numero limitato di vocaboli, posti, contesti, poesie, trame di libri e film, aforismi e citazioni d’ogni sorta. Questo fa il nostro piccolo mondo, e il nostro modo di rapportarci al mondo esterno.

    Ma è il rendersi conto, a volte, che c’è tutto un mondo fuori, così infinito e così dispersivo da non poterne seguire le tracce a fondo, l’idea sottile che – paradossalmente – proprio la nostra veemenza nella ricerca della verità ci ha portato ad allontanarci sempre più dal suo nucleo.

    Vengono in aiuto due passi.

    Il primo arriva da un testo forse sovrabusato, tanto da essere considerato a volte quasi frivolo, anche per la superficie romantico-politica della sua trama. A mio avviso, piuttosto, con la scusa di parlar d’amore e di sputar sentenze qui e lì contro i cechi comunisti, offre anche e soprattutto degli spunti interessanti.

    «In una società ricca, la gente non è costretta a lavorare manualmente e si dedica all’attività intellettuale. Aumentano le università e aumentano gli studenti. Per potersi laureare, bisogna trovare argomenti per le tesi di laurea. Gli argomenti sono una quantità infinita perché è possibile scrivere tesi su ogni cosa la mondo. Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti. La cultura scompare nell’abbondanza della sovrapproduzione, nella valanga dei segni, nella follia della quantità. Ecco perché ti dico che un libro vietato nel tuo vecchio paese significa infinitamente di più dei miliardi di parole vomitati dalle nostre università».

    (M. Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi 1984)

    L’altro testo è di per sé prezioso per vari motivi, ma soprattutto per la sua premessa seconda (filosofica) a mo’ di scusa. Perché quando la Terra non girava (perché sappiamo tutti che è stato Copernico, maledetto Copernico, a farla girare), l’uomo era il suo stesso centro, il trionfo dell’individualità specifica nella collettività. Ma ora la Terra gira, gira e rigira, senza meta né motivo apparente. E questo cambia le cose per noi poveri fyborg.

    Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza […]; e che valore dunque volete che abbiano le notizie, non dico delle nostre miserie particolari, ma anche delle generali calamità? Storie di vermucci ormai, le nostre. Avete letto di quel piccolo disastro delle Antille? Niente. La Terra, poverina, stanca di girare, come vuole quel canonico polacco, senza scopo, ha avuto un piccolo moto d’impazienza, e ha sbuffato un po’ di fuoco per una delle tante sue bocche. Chi sa che cosa le aveva mosso quella specie di bile. Forse la stupidità degli uomini che non sono stati mai così nojosi come adesso. Basta. Parecchia migliaja di vermucci abbrustoliti. E tiriamo innanzi. Chi ne parla più?

    (L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, Mondadori 1988)

    Vermucci nojosi
    raccontano storielle nojose.

  • Io punto su questo.

    Questa piccola donna è piena d’amore.

    http://sweetannainlove.splinder.com/

    E ve lo dice a gran voce, con tutto questo blu, violaceo, rilassante e sensuale allo stesso tempo, che fa da dolce cornice ad un titolo che, di per sé, può già bastare. Ti racconto del mio Amore per Te… E non un "amore" qualsiasi, ma un Amore. Non un "te" qualsiasi, bensì Te.

    Te a cui penso tante volte quante sono le stelline che può produrre il passaggio del mouse sul lato destro del template. Te che ritrovo in così tante canzoni che ho dovuto tenerne conto nel blog per poterle ricordare tutte. Te a cui suggerisco persino un modo per guadagnare qualche dindino nella sezione "I miei suggerimenti".

    E ho voluto raccogliere tutti i miei pensieri in uno spazio stretto stretto del mio blog, proprio per far capire al mondo quanto il nostro rapporto, intimo, stretto, sia come un piccolo mondo a parte rispetto a quello reale. E questo blog ne è la finestra. Quindi, mio amore, non ti offenderai certamente se chi vorrà sbirciare attraverso questa finestra troverà, preziosamente conservati, i nostri messaggi. Parole d’oro, che formano un unicum insondabile e inscindibile come noi, talmente inscindibile che non potevo far altro che rappresentarlo come una scriptio continua rimescolata argutamente.

    E grazie a te tutto diventa più dolce. E allora basta con questi caratteri così spenti! L’alfabeto latino non può bastare ad esprimere il mio amore per te: ma ringrazio il cielo, e la codifica UTF-8, che son giunti provvidenzialmente in mio aiuto. Così un "σ" può diventare una "o", o anche un "я" si può trasformare magicamente in "r". Dannazione, non vedi com’è terribilmente dolce la scrittura da bimbominkia?

    Ma, è premesso chiaramente,
    questo amore è segreto.
    Timido.
    Irrealizzabile.
    Anche se, a volte, mi scappa il tuo nome,
    non potrai mai trovarmi. Non potrai mai scovarmi.
    Lo faranno gli altri.

    [Per chi aveva chiesto il banner: vedasi post precedente]