Author: TheLegs

  • Κομήτη κλείσε τό στόμα στούς ποιητές.

    Sentimentalmente colorito, il digamma si presta facilmente ad incomprensioni. In primo luogo, ovviamente, per la sua tendenza inevitabile all’ambiguità glifica, essendo per natura un suono per così dire etereo, tanto da essere rappresentato da numerosi grafemi.

    In secondo luogo per via delle suo fonema a cavallo tra /u/ e /v/, che tanto scompiglio provocano nelle sue variegate evoluzioni successive.

    In altre parole, il digamma è una lingua biforcuta, e come tale ha inevitabilmente bisogno di fare due pesi e due misure in base alle situazioni in cui è calato, e agli elementi con cui si relaziona.

  • A Kreb’s cycle.

    Ma una spalla,
    un sorriso felice,
    [veramente felice,]
    sono una droga più forte.

    Cerco biglie,
    interferenze di rumore rosa,
    per rompere il tono,
    per alterare lo spazio tempo.

    Per sentirmi vivo.

  • Le conseguenze della masturbazione.

    Dedicato alle mie chiavi di ricerca preferite.

  • Temperamento retroflesso.

    Concludere la propria esistenza con gli stessi strumenti che l’hanno caratterizzata.

    Principio semplice ed efficace.

    Gianni ha trascorso una vita sostanzialmente improntata sul concetto di dedizione. Dedizione allo studio e all’ubbidienza. Poi dedizione alla droga e alla contestazione. Infine dedizione alla responsabilità, all’amore ed al lavoro.

    Qualsiasi divergenza rispetto a questi paletti ben definiti era temporanea, pena un’ascetico processo di auto-colpevolizzazione e conseguente riallineamento.

    Ora vede tutto questo come perfettamente inutile.

    Vaga in un puzzle dove gli eventi scollano via il pezzo significativo, e il tempo cancella i pezzi restanti. Quelli intorno. Quelli che fanno contesto. Quelli che, diosanto, almeno si potrebbe indovinare cos’è che manca.

    La sottoposta che si convinse a prendere in moglie è andata via già tempo fa, e la sua nuova famiglia pullula di figli grati (in media) della propria esistenza.

    La sua famiglia, sparsa nelle quattro dimensioni dello spaziotempo, non saprebbe rispondere se gli si chiedesse che fine possa aver fatto quell’asociale fatalmente rispondente alla categoria di parente.

    Il lavoro gli ha logorato il fegato e il cervello. Le ore non-lavorative erano solo utili a riparare agli scompensi delle ore lavorative. Stress, frustrazioni e imprevisti si scioglievano dosi consistenti di sigarette, alcol ed altre droghe leggere, nonché in neanche tanto frequenti masturbazioni e neanche tanto rare situazioni di sesso occasionale (talvolta addirittura di carattere orgiastico), in cui spiccava una cospicua dose di violenza e un pizzico di sadismo compulsivo.

    Cosa resta?

    Resta l’idea, fottutamente irritante, che la sua vita sia stata un perenne casino, senza capo né coda, e che non sia riuscito a fare in tempo a porre rimedio.

    O forse no.

  • Stemperamento alveolare.

    A Gianni hanno dato trenta giorni di vita.

    Ne abbiamo parlato tutta la notte, e alla fine abbiamo deciso che programmeremo le giornate in questo modo.

    • Ore 09.00: sveglia. In caso di bagordi durante la nottata precedente, si considerino tutti gli orari secondo il fuso orario della Groenlandia (GMT-0300 anziché GMT+0100).
    • Ore 09.05: colazione abbondante, a scelta tra: menu maxi in un qualche famoso fast-food tipo McDonald’s o Burger King; piatto kebab o yufka + dolciumi vari presso kebabbaro, ma solo se macellaio islamico certificato; pita + lachanodolmades presso gyrosteria; frutta, succo di frutta, caffè&sigaretta[cagataperfetta]; bistecca al sangue; nutella con o senza pane; gelato al cioccolato dolce e un po’ salato; opzioni last-minute.
    • Ore 10.00: bagno caldo con musica chill-out in sottofondo sorseggiando un bicchiere di vino di Porto caldo.
    • Ore 12.00: cazzeggio vario ed eventuale, in attesa dei morsi della fame; in alternativa, aperitivo alcolico con amici + cannetta + caffè&sigaretta[cagataperfetta].
    • Ore 14.00: pranzo abbondante, a scelta tra: cucina cinese, cucina giapponese, cucina indiana, cucina tipica regionale [sicula, calabrese, pugliese, veneta]; in alternativa: vedi ore 09.05; in alternativa, qualora l’aperitivo non sia andato a buon fine: space cake.
    • Ore 16.00: pennichella o, in eventuali situazioni di iperattività, sperimentazione di nuove droghe adatte all’uso post-prandiale.
    • Ore 21.00 (o comunque al termine della pennichella o della droga post-prandiale): uscita in locali scelti a caso, ivi compresi night club, bordelli, rave party, case di sconosciuti, cuccia del cane.
    • Ore 00.00 (o comunque al termine della serata): nanna, o sperimentazione di nuove droghe adatte all’uso serale.

    Ovviamente in location di volta in volta differenti. Allo scopo ho prenotato una serie di posti che sarebbe carino vedere, per esempio Parigi, Amsterdam, Grumo Appula, la famosa Timbucktu, Vientiane, Bandar Seri Begawan, Velingrad e Cagli.

    Poi non so se partiremo insieme. Ma non si può mai dire.

  • Un tempo avrei cazzeggiato su un BBS.

    Tipo Metro Olografix.

    Ma sono passati anni, lustri e decenni,
    il tempo è scivolato fra le mani come sabbia al vento
    e io provavo a stringere forte le mani
    e facevano sempre più male.

    Ho un debito con te
    che salderò a tempo debito.

  • Portrait.

    Forse oggi piove.
    Sento l’odore delle nuvole.
    Mi affaccio alla finestra e c’è il sole.

    Ti odio.
    Perché un tempo avresti odiato tutto questo come me.
    E ora invece sei solo un odioso riflesso di un odio di riflesso.

  • Banlieues’ cyst.

    E va bene, andiamo via. Non dimenticare una sola lacrima, né un pensiero, né una rotaia. Non lasciar nulla perché questa città non merita nessun souvenir. Prendi tutto e corriamo, perché il tempo ci inghiotte. Prendi tutto e corriamo, perché il tempo ci inghiotta.

    Prima o poi ci dimenticheremo chi siamo e dove eravamo,
    vestiremo abiti nuovi e maschere irriconoscibili.
    Saremo stranieri in terra straniera.
    Ci sputeranno addosso,
    ci guarderanno con sospetto,
    vorranno farci andar via.
    E noi andremo via.
    Saremo stranieri in terra natìa.
    Ci cammineranno addosso,
    ci guarderanno con livore,
    vorranno tenerci prigionieri.

    E alla fine ci stancheremo di correre in tondo nella ruota dei ricorsi, e accorceremo il passo, prima di fermarci. Ma saremo così fottutamente ottimisti, o presuntuosi, da pensare che, in fondo, saremo ancora dei vasi di Pandora.

  • Ho contato cento sputi.

    Daniela.

    A Daniela è scoppiata la casa. E lei è contenta. Si sente come Tyler Durden. Ehi, no, non l’ha fatta scoppiare lei. Succede. Ma lei è contenta. Si sente come se l’avesse distrutta lei a sprangate. Voleva distruggere il suo passato. Ehi, no, non l’ha fatta scoppiare lei. Succede. Ma le hanno detto che non si ricomincia mai da zero. Allora adesso può provare a ricominciare da meno uno.

    Luigi.

    Luigi ha sempre il frigo pieno, ma i suoi pranzi sono frugali. La dispensa è piena di cibo. Se ci fosse la guerra sarebbe già pronto. Ma lui una guerra l’ha già subita. E sa che ne arriverà un’altra. La dispensa è piena. Lui è pronto.

    Claudia.

    A cosa pensi quando scopiamo? I tuoi occhi sono aperti, ma non guardi me. Schizzi il tuo sperma come un dono sul mio ventre, ma il tuo orgasmo lo doni altrove. A cosa pensi quando scopiamo? A chi pensi? Una volta l’ho fatto anch’io. Ci ho provato. Ma ho avuto una vertigine. Il senso di colpa. Non lo senti anche tu?

    Antonio.

    Lo so. Lo so che siamo fragili. Che siamo imbelli. Pecorelle smarrite pronte a seguire il buon pastore. E lo so che presto arriverà anche per noi il giorno della redenzione. Io quel giorno lo aspetto ancora.

  • You’re in greylist.

    You are a PITA.
    Long-lasting dull jobs are a PITA.
    Flash and ActionScript are (together) a PITA.
    Dull handy-dandy music players are a PITA.
    Customized bash scripts are a PITA.
    Pall Mall Manhattan cigarettes are a PITA.
    Both missing a 64-bit CPUs and paravirtualization are a PITA.
    ImageShack and its ad banners are a PITA.
    Breakfasts with Nutella + Coke is a true PITA.