Reazione psicosomatica ad una frustrazione rinfrescante al mentolo.
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Censr.
(Source: MattJR on Flickr)C’è forte fermento nella comunità degli utenti Flickr.
Gente che annulla la sottoscrizione, che rimuove le foto (o non le posta più), che categorizza paesaggi innocenti come pornografici, e fotomontaggi d’ogni sorta. Gente disdegnata, arrabbiata, sarcastica, e tanto altro ancora.E c’è un messaggio tradotto in tante lingue che spiega la faccenda.
If your Yahoo! ID is based in Singapore, Germany, Hong Kong or Korea you will only be able to view safe content based on your local Terms of Service so won’t be able to turn SafeSearch off. In other words that means, that german users can not access photos on flickr that are not flagged "safe"… only flowers and landscapes for germans…
Tradotto: da quando Flickr è stato agguantato da Yahoo! il Web 2.0 sta andando un po’ a farsi benedire. E devi essere bravo a moderarti da solo, se no son botte.
E finché si trattasse di Singapore, Hong Kong o Corea potremmo almeno farcene una ragione: da anni si sa che nell’area cinese le attività di censura sono all’ordine del giorno (con aziende schifosamente conniventi come Google).
Ma la Germania.
Cazzo, dico, la Germania?
Cioè.
Se uno è tedesco è uno sfigato.
Uno sfigato, capite?
Non può vedere un culo come tutti gli altri.
Anche se è un culo bellissimo.
Anche se è arte.Mi chiedo cosa stia aspettando il Vatican…
Argh, no, scusate!
L’Italia.Part deux: update (11/07).
Non mi biasimate, adesso userò termini astrusi e tanti link.
Dopo aver scoperto con piacere che il mio blog, insieme a tanti altri, sembrebbe sia bloccato dal firewall cinese secondo questo sito (ringrazio ipsediggy), volevo partecipare quantomeno all’iniziativa Adopt-a-blog. Si tratta di ospitare blogger cinesi su propri siti o propri server, in modo che possano avere uno spazio dove non siano costretti a dover fornire le proprie generalità (reali), come richiesto dal governo cinese.
E cosa scopro?
Che i DNS non risolvono www.adoptablog.org.
E non mi risulta il classico errore "non-existent domain"
(e ci mancherebbe, il dominio esiste eccome, l’ho controllato col WHOIS).
Sapete che è successo?
Non mi è mai capitato di avere come errore "server failed".E non sto parlando di quei zozzoni dei server DNS italiani, collusi con la mafia dei gioco d’azzardo monopolista e altre porcate simili, e che comunque ho provato. Già da tempo infatti uso dei server che dovrebbero essere, a detta del nome, "open".
Ma, come diceva la Guzzanti, «eccheccosadobbiamoandareappenzare?».
Vabbè, mo’ lancio un messaggionellabottiglia: as I can’t reach the Adopt-a-blog website, if any blogger that would like to be "adopted" reaches this message by luck, please contact me at thelegs@gmail.com, including "adoptablog" in the subject.
Voi magari provate a fare un salto su quel sito, che magari mi sbaglio.
Del sito comunque ne ho vista traccia nella cache di Google.
Piccola consolazione. -
Stanotte Dio ha telefonato in America.
– Pronto?
– Pronto, sono Dio.
– Ehm… ma non doveva essere Satana?
– In che senso?
– Non è uno scherzo dello Zoo di 105?
– Mi sta prendendo in giro?
– Potrei dire lo stesso, scusi.
– Senta, ma secondo lei, con tutto ‘sto riserbo sui numeri di cellulare, ‘sta privacy qua e privacy là, come potrei mai conoscere il suo numero (che tra l’altro chissenefrega, mica la sto chiamando davvero), considerando che lei stesso se l’è comprato apposta apposta per darlo a pochissimi eletti?
– Beh, il fatto è che l’ho dato alla Luisa – sa, la brunetta no? – e si sa, quella è un po’ bocca larga…
– Senta, mi sta facendo innervosire, e se ha letto l’Antico Testamento sa benissimo cos’è successo quando mi son girati un po’ i chitarrini. Allora, le dico subito: c’è questo sito…
– Un attimo, mi chiamano sull’altro… Pronto? Ehi ciao Luisa! Ma si può sapere che hai combinato? Hai dato l’altro numero a qualcuno per caso? No, lo so, lo so… ma sai cos’è, sto parlando proprio adesso con un mezzo matto nevrotic…
– NON SONO MATTOOOOAAARGH!
– …vabbè senti Luisella bella forse è meglio se ti richiamo più tardi… no è che sto tipo urla… devo cercare un modo per sbolognarmelo, sennò questo mi richiama… mmm sì, a dopo. Sìpprontoo?
– Ecco, sì, pronto, alloraledicev…
– Nonononomiascoltibenelei, come si permette di urlare in questa maniera?
– M-ma mi scusi, è che lei…
– Lei è uno screanzato! Mi dica cosa vuole e finiamola!
– M-ma glielo stavo per dir… vabbè, c’è questo sit…
– Dio sa quanta pazienza sto avendo con lei!
– Ancora?! Sono IO quello che sa quanta pazienza sta avendo, e non solo LEI, ma soprattutto IO, che potrei mandarle Azrael e farla friggere in quattro e quattr’otto!
– …
– Taci ora eh, mortale?
– Fa brutto, fa…
– Allora senta, mi faccia parlare: deve chiudere un sito.
– Che sito?
– noblogs.
– Ma è scemo?
– Scemo sarà lei! Faccia quello che le ordino.
– Allora, a parte che qua siamo in America e ognuno può fare un po’ quello che cazzo gli pare e lei non mi ordina proprio niente, io noblogs non lo posso chiudere.
– E perché?
– Perché non c’è motivazione. E perché questo suo accento italiano di merda mi maldispone.
– Miinghiaddammillarrobb… no mi scusi. La motivazione è semplice: è un focolaio pestilenziale di sovversivi che effettuano indagini nei confronti dei miei ministri.
– Ma mi spiega perché il clero è una casta che non si tocca neanche con un po’ di sana satira? Che palle voi italiani.
– Senta, non è questo. C’è clima di forte tensione nel nostro paese. Non ci si può fidare di nessuno. Secondo lei uno che dice: «Il Sismi da me diretto, mai, dico mai, ha svolto attività non consentite, tanto meno nei confronti di uomini politici, di magistrati o di giornalisti», non potrebbe voler forse dire che le attività oggetto dell’accusa le ha sì svolte, ma erano in realtà più che consentite? C’è una corsa allo screditamento altrui con modalità poco consone, e il gioco che questo sito tenta di difendere ne è l’ennesimo risultato.
– Senta lei, io non so nulla di queste cose. Qui siamo in America, e anche qui ce n’è per tutti i gusti. Comunque mi ha scocciato, io sto sito lo blocco ma poi ve la vedete voi con quelli di Autistici/Inventati.
– Non si preoccupi. Gli dica che ho chiamato io.Per fortuna ora va un po’ meglio, e il videogioco Operazione: Pretofilia è di nuovo online.
God (un altro God, probabilmente) Bless America. -
S/plin.
Dobro.
Giorno lucido spento, caldo e senza sole. Non più notti dal colori blu elettrico e candido-lenzuola, dal sapore di gulaš e pomodori giganti. Non più guanciali che non martellano i dolori cervicali. Non più silenzio e ritmo lento, occhi fissi all’orizzonte dai profili irregolari, cintura di terra rassicurante, e la sensazione di essere in una nuova vita.
Torno a casa e cosa trovo?
Niente.Solito caos. Soliti motorini che si lanciano contro il rosso come tori moribondi nella corrida. Solita giungla dell’uomo contro l’uomo. E ancora, la solita casa, le solite formichine che strisciano stancamente sul pavimento. E una travarica suicida che sanguina alcol sul pavimento proprio all’inizio del suo show.
Mai come questa volta ho voglia di tornare lì.
Voglio rivedere Duško che risponde contento «Eeeeh, dobar dan!», e voglio vedere se ora che ce ne siamo andati i cechi («Eh, other gosts no gut!») usufruiranno del parcheggio senza sfondare il muretto appena allargato anche per loro. Voglio sorseggiare un’altra Karlovačko. Voglio ascoltare ancora una lingua così diversa dalla nostra ma che accarezza in qualche modo le ciglia. Voglio comprare un’altra travarica lungo il fiume Neretva. Voglio percorrere tutta la strada fino a Sarajevo, con la luce del sole, e senza dover invertire marcia in un punto imprecisato di una Bosnia buia come la morte, e senza immaginare per tutto il ritorno che, se siamo arrivati vivi a Brist, probabilmente siamo stati salvificamente scortati dalla Madonna di Međugorje, insieme a S. Antonio e un congruo stuolo di angioletti. Voglio mangiare ancora quei cavoli strani, i cornetti giganti di Gradac, il risotto al nero di seppia (e che nero!) e i ćevapčići.
E voglio che queste ore scorrano ancora dolci sui capelli da accarezzare e seta da tener stretta fra le braccia. O, chissà, scivolare fra le strade vagabondando eremita verso destinazioni ignote.
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Confessioni di un criogenomane (mai) pentito.
Ci sono 32 gradi all’ombra. E 35 al sole.
C’è grande preoccupazione.
Ma soprattutto ci si interroga: a che cazzo serve l’ombra?
Gelato sciolto eri e gelato sciolto ritornerai.Il problema più grave è che ho scoperto di essere estremamente intollerante nei confronti di qualsiasi sussidio termico. Il ventilatore non mi fa niente se non lo tengo sparato contro la mia testa. E se lo faccio tempo un paio d’ore e devo correre da nonna Novalgina. L’aria condizionata mi uccide. Il caldo mi abbatte.
Insomma, sono in preda agli agenti atmosferici.
Ricordatevi di me quando mi raccoglierete col cucchiaino e troverete qualche resto di gelsi che avrò rubato poco prima di esser sconfitto dall’ultimo raggio di sole.
Addio.
Seriamente: se non scriverò nulla entro venerdì dovrete aspettare fino al sabato successivo, salvo complicazioni. Possibilmente senza arguire necessariamente che abbia tentato il suicidio e, di conseguenza, senza ritenere questa quale criptica lettera d’addio con riferimenti mistici da interpretare per giungere alla Verità Assoluta. Grazie per la collaborazione. Draga Hrvatska!
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Think and smile for just a while.
One ›
Thy shall never love another,
Two ›
And stand by me all the while.
Three ›
Take happiness with the heartaches.
Four ›
Go through life wearing a smile.Oh, how happy we will be, if we keep the ten commandments of love.
Five ›
Thou shall always have faith in me, in everything I say and do.
Six ›
Love me, with all your heart and soul, until our life on earth, is through.And how happy we will be, if we keep the ten commandments of love. You will find, since the beginning of time, it has rooted in all the land.
Seven ›
Come to me when I’m lonely.
Eight ›
Kiss me when you hold me tight.
Nine ›
Treat me sweet and gentle.
Ten ›
And always do right.And how happy we will be, if we keep the ten commandments of love.
Lyrics from “The Ten Commandements of Love”, written by M. Paul and performed by The Moonglows in the “Romance&Cigarettes” OST (thanks to FrancesGlass for the tip).
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Pseudoadolescenziale II. With added mango juice.
– Ti lascio.
– Ah. Vabbè.
– Vabbè? Tutto qui?
– Beh, si capiva.
– Da cosa?
– Da come guardavi quel tipo nel b-movie di Nino D’Angelo che abbiamo visto la settimana scorsa. E poi da come ti si sono illuminati gli occhi ascoltando quella canzone napoletana anni ’70 nella macchina di Giovanni.
– Mica siamo stati nella macchina di Giovanni.
– Ah beh, col quella centrale atomica di altoparlanti che si porta in macchina non era di certo necessario.
– …
– …
– Ma non vuoi sapere perché?
– Cerchi soddisfazione?
– Non fare lo stupido.
– Ok, dillo.
– Mi sono stancata del tuo motorino.
– Che motivazione è questa?
– Lo sapevo, non capisci.
– Eh, mi sa proprio di no.
– E ti permetti di fare anche ironia! Ma lo sai che strazio è per me salire su quel seggiolino scomodo, sempre col rischio di venir beccati dalla Polizia… e poi non possiamo andare mai da nessuna parte, perché non ce la fai colla miscela… e soprattutto quel rumore che ti fracassa i timpani… voglio proprio vedere come lo farai passare alla prossima revisione quello schifo truccato come una puttana!
– Non dire così alla mia vespina bellina.
– Perché, vogliamo parlare di tutte le volte che abbiamo rischiato la vita quando pioveva? E tutte le volte che i freni non frenavano e per puro caso non abbiamo baciato ogni volta il culo di chi ci stava davanti!
– Poche ciance. Tutto qui?
– Sì.
– È la tua risposta definitiva? La accendiamo?
– Sì.
– Vabbè. Mi spiace soltanto che dovrò trovare qualcun’altra per inaugurare la mia nuova Punto. Sai, devo fare in fretta, arriverà giusto tra qualche giorno. Addio, cara!Ieri il tempo si è presentato col certificato medico.
Però mi ha chiesto semplicemente 12 ore di PAR.
Allora io, ingenuamente, gli ho detto sì.Ecco, non pensavo che avrei vissuto una giornata senza tempo.
› Non collocato nel tempo. Tempo che vola.
E anche noi si volava, fra le banconote a vita breve, briciole e nutella, coperte, cappuccino schiumoso. Scivolando fra le tende impalpabili di un harem illuminato da candele profumate d’antimateria.Non aver fatto quasi niente eppure aver fatto così tanto.
E le abitudini di un passato piuccheprossimo
sembrano già un tenue ricordo.Cammino a una spanna da terra,
col vento che solletica i piedi
e mi spinge dolcemente in avanti.Aspetto il diadema del dolce ακμή.
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Orecchio assoluto.
A volte mi chiedo come sarebbe se credessi in Dio e nell’aldilà, se potessi accontentarmi di spiegare tutto con l’esistenza di un sovrannaturale, anziché crucciarmi, a volte, di questo limite alla conoscenza.
Forse i miei obiettivi, e il perché di questi obiettivi, sarebbe totalmente diversi.
Perché sì, oggi le due domande che ho fatto a te in realtà le sto ancora adesso ripetendo a me stesso. Per conferma, chissà, o magari piuttosto per insinuare di nuovo il dubbio.
Quali obiettivi?
E perché quegli obiettivi? -
ASCII-Art #1. Airstrike over the mourning crowd.
Che succede? Zitto e corri! oO OO .##. //. ______db________________/\__________________
Perché ormai c’è una rassegnata ostinazione. E se in questo periodo la Grande Sfiga Universale sta lanciando continuamente degli spilli sulle mie gonadi, le dimostrerò che stoicamente resisterò a questi suoi attacchi alle s… Vabbè.
Potrei raccontarvi di 160 Km percorsi contro i mulini a vento, oppure di auto in sovrapressione, e altre fantastiche avventure. Ma mi limiterò a spiegare l’ultima.
Una chicca per gli smanettoni.Ho alcuni PC messi in rete tra loro in modalità mista (in parte via Ethernet e in parte via Wi-Fi). Di questi mi interessano in particolare due. Uno lo chiamiamo
GROOVE (192.168.0.2)
, ed è quello che regna sovrano, l’ammiraglia della flotta, insomma il più figo (anche perché, oh, l’ho pagato mica poco). L’altro si chiamaVECTOR1 (192.168.0.253)
, altresì detto "il serverino" per via del fatto che, pur essendo vecchiotto, lavora alacremente come server HTTP, FTP, DNS, DHCP e tanti e tanti altri.Ora. Dati i nomi a queste due bestiole è necessario spiegare che finora tutti i computer della rete si son sempre visti senza problemi. In particolare
Groove
guardavaVector1
eVector1
guardavaGroove
. Tanto si son visti che alla fine si sono innamorati. Hanno sempre lavorato fianco a fianco. Per esempio, suVector1
ho i siti, daGroove
li modifico, poi punto il browser suVector1
per visualizzarli. E altre cose così. A questo punto credo anche che abbiano fatto anche un matrimonio via Ethernet, e non vi dico che ho pensato quando ho visto certe collisioni qualche tempo fa sullo switch che li collega.Poi
Groove
è partito per un’operazione chirurgica. Gli dovevano trapiantare per la seconda volta un alimentatore nuovo (e porca miseria quanto m’è costato ndr).Al ritorno non è stato più lo stesso.
Ora
Groove
vede tutti (ma dico tutti) i computer tranneVector1
.Vector1
vede tutti (ma dico tutti) i computer tranneGroove
. Di conseguenza:Groove
eVector1
non si vedono. Non si pingano, qualsiasi richiesta va in timeout, non si vedono con nessun protocollo. Un casino.Io so cos’è successo.
Credetemi, Oxi lo sa che il mio computer ha un’anima.
E anche parecchio incazzusa.
È per questo che me lo sento.
Groove e Vector1 hanno divorziato.
Hanno divorziato, capite?Serio. Mi rivolgo agli smanettoni che passano di qui, tipo quelle faccione da smanettoni di ABS e Bruno (a proposito Bruno, ho riletto poco fa il post con cui ci siamo conosciuti ^^). Secondo voi cos’è successo? Ma soprattutto: chi è che sta facendo lo stronzo dei due? Perché lo stronzo c’è, sicuro.
/* Considerate che a livello software non è cambiato nulla, e non ho firewall attivi, solo AVG. Nessun filtro IP o cose di questo genere. Ah, può essere utile sapere che sul serverino ho Big Brother, e ogni tanto ho scoperto che tenta una richiesta FTP su Groove… e Groove la vede! Però poi non riesce a rispondere. È come se Groove recepisse un messaggio dall’iperspazio però poi non sapesse a chi indirizzare la risposta. Boh. Dimenticavo: il DHCP però funziona (Vector1 è il server DHCP). */
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Pseudoadolescenziale.
Mi sono innamorata di te fin dal primo giorno. Ho sempre adorato il tuo modo di essere così sempliciotto, così tenero, quel particolare che ti rende una persona speciale, cara più di ogni altra. Voglio dire… non sei famoso, non sei figo come quel bonazzo da sturbo della D, non sei neanche ricco e giri con un Ciao scoppiettante, mentre i tuoi compagni di classe hanno le city car decappottabili con certi subwoofer sulle cui vibrazioni mi poggerei volentieri.
Però mi fai impazzire, non so perché.
Peccato che non mi caghi.
Non mi fili manco per idea.Se mi mettessi nuda davanti a te e ti implorassi in ginocchio di considerarmi, probabilmente mi passeresti sopra con quel cazzo di Ciao come se fossi trasparente. Un T-1000 dovevo diventare! Almeno non mi avresti crepato la costola l’altra volta in palestra.
Allora ho chiamato Gennaro D’Auria per vedere che si poteva fare… Ma lui, oltre a dirmi che avrei dovuto invocare Cicciput per una settimana fra un’Ave Maria e l’altro, mi ha propinato una di quelle sue tutine d’acetato tamarrissime dicendo che porta molta fortuna indossare gli umori del Mago. Ho dovuto nascondermi per una settimana, altrimenti mi avrebbero preso per un’eco-terrorista carica di bombe a gas nervino. E non ho risolto un bel niente.
Ma la cosa che mi fa più incazzare è che non ti accorgi di nulla.
Mi sono truccata, ho fatto manicure e pedicure due volte alla settimana, ho provato tutte le acconciature che il mio parrucchiere fosse in grado di immaginare, mi sono fatta bella e mi son ridotta in poltiglia, ho partecipato alle tue stesse manifestazioni, mi sono fumata una canna e ho asfaltato per tutta la sera, mi sono iscritta al Partito Marxista-Leninista d’Italia per vederti a quelle riunioni di comunisti nostalgici… e tu che fai? Non-mi-guar-di.
E poi, ciliegina sulla torta, dopo che ho passato mesi a rifiutare proposte decenti e indecenti di certi stalloni che mi avrebbero fatto dimenticare tutti i cuoricini e i TAT che scrivo nei compiti di Greco… che fai tu? Ti metti con quel cesso.
Ma vaffanculo va.
Tu e quella Ideal Standard che ti porti sotto braccio.