Category: Estemporanea

  • Estemporanea IX.

    Scene I: dammit.

    Il fatto è che, secondo me, ci vogliamo bene. Anche quando non ci capiamo più.
    E quando mi hai chiesto una sigaretta, con quella faccia, mi è venuto da piangere.

    Scene II: lo Spirito del Tempo.

    Spirito del tempo mantenuto spesso in tedesco come Zeitgeist è un’espressione, spesso adottata nella filosofia della cultura otto-novecentesca, che indica la tendenza culturale predominante in una determinata epoca.

    (da Spirito del Tempo, it.wiki)

    Un po’ dileggiato da forzature e semplificazioni, a dire il vero.
    Ma ti spiega in modo semplice semplice perché Cristo è una creatura di Costantino.
    E tante altre belle cose.

    Il video coi sottotitoli in italiano è qui, ovvero questo:

    Ringrazio di cuore il Catto per averlo segnalato.
    A suo tempo.
    Sì, lo so, è da 6 mesi che dovevo vedermelo.
    Ma in 6 mesi sai quante cose succedono?

    Scene III: on journey, on tour!

    Sono costretto a microferie, ma ne approfitterò per un giretto a Roma a partire da dopodomani.
    Visto che ho perso un po’ tutti i numeri di cellulare, prego ABS e subdola di farsi sentire al più presto.
    Subdola, tu hai il mio numero, non hai scusanti.
    Ricordati la cannella.

    Se qualcuno bazzica da quelle parti si faccia sentire entro lunedì alle 12 via Splinder, mail o MSN, o quando gli pare sul cellulare (di cui non avrete certamente il numero, indipercui dovrete organizzarvi con la subdola, per esempio, così avrà ancor meno scusanti… mi sento un demonio).

  • Estemporanea VIII.

    Scene I: I don’t like the widescreens but the widescreens like me.

    Perché io posso capire che 1280×800 sia una risoluzione un po’ strana. Però non è normale che sia GNOME che KDE si imputtanino e facciano finta che la risoluzione sia 1024×768 e mi mostri barre e finestre a 3/4 dello schermo… e tutto il resto dove lo mettiamo?

    Scene II: I don’t like the bills but the bills like me.

    Su Radio Radicale: «Abbiamo deciso di non candidarci alle elezioni politiche per non partecipare al banchetto dell’illegalità che caratterizza questo che ormai non è più uno Stato di Diritto; pertanto ci presenteremo solo alle amministrative con la Lista Bonino».

    Vabè.

    Dieci minuti dopo: «Pur sostenendo Rutelli in queste elezioni amministrative abbiamo comunque nostre caratterizzazioni specifiche».

    Sostenendo chi?

  • Estemporanea VII: GDG rmx.

    Siamo troppi.
    E troppe sono le informazioni.

    Fin qui niente di nuovo, lo sappiamo tutti, qual’è il problema? Voglio dire, è inevitabile, siamo così tanti che forse è un’enormità che non riusciamo neanche a concepire. Allora ci accontentiamo di conoscere uno stretto numero di persone (in media sulle duecento), di imparare un numero limitato di vocaboli, posti, contesti, poesie, trame di libri e film, aforismi e citazioni d’ogni sorta. Questo fa il nostro piccolo mondo, e il nostro modo di rapportarci al mondo esterno.

    Ma è il rendersi conto, a volte, che c’è tutto un mondo fuori, così infinito e così dispersivo da non poterne seguire le tracce a fondo, l’idea sottile che – paradossalmente – proprio la nostra veemenza nella ricerca della verità ci ha portato ad allontanarci sempre più dal suo nucleo.

    Vengono in aiuto due passi.

    Il primo arriva da un testo forse sovrabusato, tanto da essere considerato a volte quasi frivolo, anche per la superficie romantico-politica della sua trama. A mio avviso, piuttosto, con la scusa di parlar d’amore e di sputar sentenze qui e lì contro i cechi comunisti, offre anche e soprattutto degli spunti interessanti.

    «In una società ricca, la gente non è costretta a lavorare manualmente e si dedica all’attività intellettuale. Aumentano le università e aumentano gli studenti. Per potersi laureare, bisogna trovare argomenti per le tesi di laurea. Gli argomenti sono una quantità infinita perché è possibile scrivere tesi su ogni cosa la mondo. Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti. La cultura scompare nell’abbondanza della sovrapproduzione, nella valanga dei segni, nella follia della quantità. Ecco perché ti dico che un libro vietato nel tuo vecchio paese significa infinitamente di più dei miliardi di parole vomitati dalle nostre università».

    (M. Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi 1984)

    L’altro testo è di per sé prezioso per vari motivi, ma soprattutto per la sua premessa seconda (filosofica) a mo’ di scusa. Perché quando la Terra non girava (perché sappiamo tutti che è stato Copernico, maledetto Copernico, a farla girare), l’uomo era il suo stesso centro, il trionfo dell’individualità specifica nella collettività. Ma ora la Terra gira, gira e rigira, senza meta né motivo apparente. E questo cambia le cose per noi poveri fyborg.

    Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza […]; e che valore dunque volete che abbiano le notizie, non dico delle nostre miserie particolari, ma anche delle generali calamità? Storie di vermucci ormai, le nostre. Avete letto di quel piccolo disastro delle Antille? Niente. La Terra, poverina, stanca di girare, come vuole quel canonico polacco, senza scopo, ha avuto un piccolo moto d’impazienza, e ha sbuffato un po’ di fuoco per una delle tante sue bocche. Chi sa che cosa le aveva mosso quella specie di bile. Forse la stupidità degli uomini che non sono stati mai così nojosi come adesso. Basta. Parecchia migliaja di vermucci abbrustoliti. E tiriamo innanzi. Chi ne parla più?

    (L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, Mondadori 1988)

    Vermucci nojosi
    raccontano storielle nojose.

  • Estemporanea VI.

    Sì, è vero, dovrei smetterla di fare il riottoso nei confronti del Natale.
    Che poi, diciamocelo, non è che lo odio.
    Anzi, fintanto che lo adorano gli altri lo adoro un po’ anch’io.

    Del resto è un’occasione da sfruttare pienamente: i regali, cenoni in cui lanciarsi avidamente per arraffar cibarie (più o meno) prelibate, alcolici messi candidamente a disposizione da Trimalcioni dell’ultim’ora, Christmas Card per rompere i maroni ai soliti noti per qualsiasi cosa tranne che le dovute catene di Sant’Antonio e i dovuti auguri, e altro ancora.

    Però.

    Se oggi è l’unico giorno a disposizione per potermi muovere liberamente.
    Se oggi sembra la giornata ideale per far compere girovagando tra i negozi, con quel cielo uggioso che ti invita necessariamente a ripararti dalla la potenziale tempesta, e inevitabilmente guardar la merce esposta tra un "uuh" e un "ooh", e poi sgusciar via al primo cenno del commesso.
    Se oggi ti trovi a non poter far null’altro, anche volendo per distrarsi un po’ dal senso di colpa di te che stasera ti darai agli allegri bagordi insieme ad altri ben noti beoni, aggrappandosi al ventilatore schizzando spumante contro le pareti (spero che D. non scopra mai questo blog), mentre quella povera buonanima si contorcerà nel letto insonne, preda di stati febbrili-comatosi (ok, mi sa che sto per provocare una strage).

    Tu, negoziante, perché non segui la mia logica ferrea e non apri il 26?
    Dico, hai aperto il 24, hai aperto pure il 25… il pranzo del 26 che lo fai a fare?
    Metti che c’è uno (a caso) che il 24 e il 25 ha avuto ben altro da fare che comprare i regali, e ora si è reso conto che tutti gli altri l’han fatto, e per sgusciar via dalla figura di merda contava su un blando "no dài, scusami se ti ho portato solo ora il regalo, ci avevo già pensato la settimana scorsa ma ho avuto un sacco di cose da fare e non ho fatto in tempo a portartelo".

    Mi metti evidentemente in una situazione difficile.

    Negoziante, preparati ad un assalto all’alba di domani.
    Vabbè, un po’ più tardi dell’alba.
    Ma comunque preparati.

  • Estemporanea V.

    Io ammiro Oliviero Toscani.

    Dico. Bello questo viso.
    Con questo sorriso così luccicoso e inquietante.

    Sembra che ti voglia dire chiaramente: se tu stai male ci penso io, la bella sanità. C’ho trent’anni e non sembra. No, non perché sembra che ne abbia 36, idiota. Ma non vedi come sono tutta scintillosa? Tu affidati a me, sennò so’ cazzi tua. E non ti preoccupare se hai prenotato a settembre una visita per dicembre. Tanto lo sappiamo che non è urgente, anzi. Perché io funziono a dovere. Scarseggiano le risorse, noi le ottimizziamo per dar precedenza ai casi più importanti. Certo, a volte mi vengono a dire che hanno aspettato 12 ore in sala d’attesa. Ma, ragazzi, ce lo siamo dimenticato il buon Malthus? Siamo troppi. Gli Illuminati l’hanno capito già da tempo, e insieme a loro provvediamo tutti al vostro globale benessere.

    Una cosa del genere.

    Io ammiro Oliviero Toscani.
    È riuscito ancora una volta a prender per il culo i suoi committenti.

  • Estemporanea IV.

    Nel caso in cui riceva più copie di Fondamentale o di altre nostre comunicazioni, con nome, cognome e indirizzo anche leggermente modificati rispetto ai suoi dati, la preghiamo di contattare il nostro numero verde 800.350.350. Ci eviterà di disturbarla con corrispondenza inutile e consentirà a noi di risparmiare risorse da destinare alla ricerca oncologica.

    Ormai anche per l’AIRC è fondamentale l’ottimizzazione delle risorse volta a massimizzare i profitti.
    Da destinare alla ricerca oncologica, ovviamente. Anzi: oncologico-weberiana.

    Ma.
    Un attimo, eh.

    E la corrispondenza utile invece?
    E le 48 pagine a colori inviate a migliaia di felici destinatari in tutt’Italia?
    E gli esperti di marketing convocati per produrle?
    E il numero verde antispreco?
    E i testimonial a cui, come minimo, avran pagato la nota spese?

    Qualcuno mi spieghi dov’è la ricerca oncologica in questo.
    No perché magari, la prossima volta, uno si spara 30 ore per la vita al posto della chemio.

  • Estemporanea III.

    Ambisco al medesimo risultato.

    Per ulteriori informazioni: http://it.wikipedia.org/wiki/Beatboxing

    Non vi conviene contattarmi su MSN in questi giorni, potrei riempirvi di link a video improponibili (ci sono martiri che possono testimoniarlo).

  • Estemporanea II.

    Scene I.

    Dopotutto hai sempre goduto di ottima salute.
    Sarà per questo che, l’unica volta in cui ti sei fatto male sul serio, hai deciso di provvedere da te?

    Scene II.

    Scoppia.
    Piantistericarisata.
    Altro che Red Bull.

    Okay baby.
    Davvero.

    Anzi, per coronare l’occasione piazzo pure la faccina. Tò:
    (Oh, però son carucce ‘ste faccine ^^)

  • Estemporanea I.

                                  Me too!
           òó/    èé          @@  *INPUT*
         T.||    .().G        _|_
    _______db_____db_________(OOO)_________

    L’ultimo ad di non so quale marca di omogeneizzati presenta un bambino che gattona smaliziato sui prati.

    All’improvviso si erge in piedi e, forte del vigoroso potenziale fornitogli dalla poltiglia di carne, prende in mano un martello e, insieme ad altri bambini-black-bloc altrettanto martellodotati, si lancia correndo alla carica, urlando felice e ancor più smaliziato, contro una vetrina immaginaria.

    In realtà questa massa di pseudohippie non sa che, dietro la telecamera e l’appena accennato sottofondo di Datemi un martello (sic), li aspetta la celere per provvedere quanto prima al [re]inserimento nella «grande catena di montaggio sociale nella quale lavoro da anni».

    Non più smaliziati, dunque, meriteranno un caloroso e compassionevole buon viaggio.