Kecy.

Al buio si accendono pupille, intorno, si dilatano.
La notte ha un occhio solo, appeso in ombra.

(Quintorigo, Illune)

La neve si scioglie, e così anche alberi di cartone, con le sue foglie di plastica e radici di cenere.

Un tempo era più facile.

Le immagini erano bambini che si rincorrevano, ruzzolando a perdifiato giù per la via, poi si lanciavano sull'erba, alta e soffice come una nuvola, e si tenevano abbracciati stretti guardandosi negli occhi. A volte, all'improvviso, sentivano voci dietro gli alberi, in fondo. Lì c'erano ancora altre immagini, tanti altri piccoli ometti che non aspettavano altro di recitare a squarciagola, orgogliosi, la propria canzone. Quella che hanno passato una vita intera ad imparare.

Una volta i ricordi erano confusi, annebbiati. Era più facile lasciare che si confondessero, lasciare che i demoni fornicassero coi propri simili, aspettare che l'amplesso li rendesse esausti, per poi ucciderli nel momento più inaspettato, imprigionandoli a vita fra le righe. Un attimo di catarsi, prima di ripartire.

Ora tutto è già evidente, nulla è ancora chiaro.
Eserciti di demoni divorano bambini già troppo adulti.
E non c'è più nulla da spiegare.

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