Babelfish.

E mentre voliamo sulle nuvole in corsa, alla loro stessa velocità, respirando ancora pochi bagliori, ci rendiamo conto che, in fondo, sta arrivando quel momento in cui l'adrenalina sta per esaurirsi, l'affanno sta per diventare insopportabile e finalmente ci si chiede dove cazzo siamo andati a finire.

Ebbene sì, abbiamo corso, corso a perdifiato, ad occhi chiusi contro l'attrito.

È un po' come quando si seguono le indicazioni stradali. Se non specificato diversamente, all'incrocio vai dritto. Più o meno funziona sempre. Però arrivi a metà di una strada lunghissima e ti chiedi se per caso hai fatto una cazzata a tirare dritto. Magari forse è il caso di tornare indietro. Ma non si può tornare indietro. E quindi tiri dritto e incroci le dita.

Ecco, noi siamo quelli con le dita consumate. I piedi fanno male, la testa continua ad esplodere e il corpo non ne vuole più sapere di seguirlo nelle sue iniziative strampalate.

E allora domani indosseremo ancora un'altra maschera.

Kecy.

Al buio si accendono pupille, intorno, si dilatano.
La notte ha un occhio solo, appeso in ombra.

(Quintorigo, Illune)

La neve si scioglie, e così anche alberi di cartone, con le sue foglie di plastica e radici di cenere.

Un tempo era più facile.

Le immagini erano bambini che si rincorrevano, ruzzolando a perdifiato giù per la via, poi si lanciavano sull'erba, alta e soffice come una nuvola, e si tenevano abbracciati stretti guardandosi negli occhi. A volte, all'improvviso, sentivano voci dietro gli alberi, in fondo. Lì c'erano ancora altre immagini, tanti altri piccoli ometti che non aspettavano altro di recitare a squarciagola, orgogliosi, la propria canzone. Quella che hanno passato una vita intera ad imparare.

Una volta i ricordi erano confusi, annebbiati. Era più facile lasciare che si confondessero, lasciare che i demoni fornicassero coi propri simili, aspettare che l'amplesso li rendesse esausti, per poi ucciderli nel momento più inaspettato, imprigionandoli a vita fra le righe. Un attimo di catarsi, prima di ripartire.

Ora tutto è già evidente, nulla è ancora chiaro.
Eserciti di demoni divorano bambini già troppo adulti.
E non c'è più nulla da spiegare.