The psychomelodrama manifesto.

Partiamo dal presupposto che siamo nient’altro che gocce. La maggior parte annega beata in un oceano putrido. Acquiescente, si mescola alle altre e diventa indistinguibile, fino alla morte.

Qualche goccia cerca di affrancarsi. Evapora, si eleva rispetto alle altre, le guarda con dispiacere, e vola via. Informe, destrutturata e con una densità di una debolezza senza pari, finisce per aggregarsi alle altre, diventa nuvola, e sembra una forza estesa, determinante. Finalmente può oscurare il sole abbagliante, far vedere le cose così come sono. Ma le gocce, laggiù, biasimano questo modo di fare: il sole acceca così bene, dannazione, che bisogno c’è di privarmi della cecità? Che bisogno c’è di guardare? Cosa c’è, poi, di tanto importante da guardare?

Le nuvole, poi, sono così delicate. Si muovono a seconda del vento che tira. Quelle che oppongono resistenza, alla fine, saranno condannate a scontrarsi con le altre. Pioverà. E le gocce torneranno giù.

E queste gocce – questa è la parte che fa più incazzare – queste gocce torneranno nell’oceano putrido. E, per quanto siano riuscite ad affrancarsi, affogheranno nel disprezzo delle altre. Il loro puro contributo sarà minimo rispetto al resto. E tutto tornerà come prima.

Le rivoluzioni portano ad altre rivoluzioni, controrivoluzioni e sconfitte. Le riforme portano ad obiezioni, controriforme e sconfitte. Prendere coscienza… è un concetto fuorviante. Prendere coscienza di cosa? Della verità? Quale verità? Scegline una a tuo piacimento, e portala avanti come una fede, come un assioma, fino alla morte. Evangelizza il tuo pensiero: potreste diventare una moltitudine, un pensiero unico. E sarà quello giusto? Cosa lo renderà più giusto, più vero, degli altri? Il fatto che di essere il pensiero dominante? Il più conveniente? Il più piacevole? Il più socialmente accettabile? Il più facile?

Quindi.

Continua. Continua a pensare di testa tua. Goditi la tua specificità personalmente accettabile.
Oppure no, continua a lasciare che a te ci pensi qualcun altro. Goditi la tua omogeneità socialmente accettabile.

In ogni caso, amico mio, non servirà a un cazzo.