Scarites levigatus.

– Sono un angelo.
– Non hai le ali.
– Vabbè, un angelo ammezzato.
– Ammazzato.
– Non sono morto.
– Beh, prima o poi…
– Ma muori tu! Tanto non te ne frega niente.
– Questo lo pensi tu.
– Non ti stavi per buttare di sotto l’altra sera?
– Stavo imparando a volare.
– Ti insegno io, sono un angelo!
– Non hai le ali.
– Sì, ma lo so come si fa.
– Non è possibile. Noi siamo inadatti al volo. E se fossimo adatti al volo, probabilmente saremmo inadatti alla vita sulla terraferma. Ogni cosa deve andare al suo posto. Il piccione schiacciato da una macchina, il fagiano fucilato, l’uomo da, chessò, una turbina.
– Io sono quello che voglio essere. Anche tu, ovviamente. E se voglio essere adatto al volo, sono adatto al volo.
– Non hai le ali.
– Non c’entra nulla. Se ci lanciassimo dal tetto di un grattacielo, potremmo sperimentare il volo per, butto lì, 20 secondi. Inoltre non è detto che muoia. Un tizio è caduto da una cinquantina di piani ed è ancora vivo. E poi, hai presente l’uomo pipistrello?
– Batman?
– No, no, un tizio che aveva ha una tuta speciale e grazie a quello riesce a volare come se avesse un deltaplano incorporato. Forte eh?
– Sì, ok, ma tu non hai le ali. Non. Hai. Le. Ali. Non capisci. Non puoi causare il volo, come fa il piccione quando fa un saltino, sbatte le alucce e – voilà! – vola. Tu puoi soltanto buttarti di sotto e sperare che dopo 20 secondi non muoia.
– Lo so.
– Ecco.
– …
– Vuoi un altro po’ di salvia?

7 thoughts on “Scarites levigatus.

  1. insolito…e coincidente. Pensavo giusto al racconto scritto anni fa per il giornale dell’università. Un tizio a cui spuntano due escrescenze sulla schiena che poi si dimostrano ali. Comunque, bello. Io opto per i 20 secondi. Almeno quelli…

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