The badger.

Prendo un piede e lo sbatto contro il muro. Lei si incurva e comincia a scivolare sotto le parole, per risalire dall’altra parte. Una vasca dopo l’altra, fintanto che il respiro regge il confronto.

Cammino con grandi falcate. Grandissime. La gamba si allunga, aggancia il terreno, trascina il corpo e torna in sé. I miei movimenti sono fluidi, omogenei. Il mio sguardo è inerte. Le mie dita tremano.

– C’è un buco nero, qui a fianco. Potremmo gettarci.
– Per far cosa?
– Per andare via.
– Dove?
– Non lo so. Da qualche parte andremo.
– E se finiamo in un posto che non ci piace?
– Ci piacerà, in qualche modo. Andiamo via e basta.
– Io non voglio andare.
– Neanch’io.
– Ma hai detto che volevi andare.
– Perché non vuoi andare?
– Oppure sì, voglio andare.
– Anche io.
– Ma hai detto che non volevi andare.
– Perché vuoi andare via?

Seduti in riva al vuoto.
Mille idee in cerchio.

5 thoughts on “The badger.

  1. io ci colevo andare. ma poi, mentre stavo entrando mi è uscito uno tutto nero con la bocca rossa. e occuopava tutto lo spazio. vabbè.

  2. E si scoprì che oltre il buco nero c’era la stessa realtà che viviamo al di qua…

    Me lo immagino. Roba che non puoi neanche andar via.

    P.S. non ci sono biglietti da pagare per i viaggi in black holes, vero ? Se è così, già solo perchè è una cosa gratis… la farei. E lo farebbe pure il mio ragazzo.

    [come sei venale.

    sì, lo so…]

  3. ipse, eggià. Dupalle però, dupalle. :P

    Dolma, i solidi ingordi che vogliono tutto per loro.

    aridela, male che vada c’è sempre qualcuno che conosce un falsario di fiducia che ce lo possa fare aggratisse, non trovi? :P

  4. @TheLegs : male che vada c’è sempre qualcuno che conosce un falsario di fiducia che ce lo possa fare aggratisse, non trovi? :P.

    Ghgh…^^

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