Dammi la tua mano ed io sarò salvato. Dammi i tuoi occhi, le tue labbra, i tuoi fianchi. Riscalda l’animo incosciente. Acquiescente. E poi rincorrimi in sogno, mentre mi nascondo dietro la porta e tu suoni e io apro e tu non ci sei e poi sei seduta a tavola e mi sorridi e c’è un bicchiere di vino dolce anche per me.
Ci sarebbe qualcosa di veramente importante, se non si fosse come i moscerini, che ne parlano, ne riparlano, ne ridiscutono, ma poi non arrivano ad una conclusione. Perché ad una conclusione, dannazione, non si riesce mai ad arrivare. E, come i moscerini, continuano a girovagare finché non si scocciano e vanno via, o finché qualcuno non li scaccia con un gesto sprezzante.
E allora si svia dall’obiettivo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo. Spezzare il giogo.
All’inizio sembrava una parabola.
Discendente.