Shri Ashutosh 1/1/1.

Una lettera. Una lettera vera, dico. Non una di quelle porcate pubblicitarie. E neanche una di quelle catene di Sant’Antonio dei nostalgici del fotocopiatore. No. Una lettera vera. Senza mittente. Il destinatario scritto a mano, con una calligrafia incerta.

Una foto. Quello a destra sono io, certo che mi riconosco. Non ho rigettato anche la mia infanzia, dannazione. Ma non mi ricordo proprio di questa foto. Non mi ricordo chi è quel bambino accanto a me. E questa panchina, questi alberi dietro di noi, non mi dicono nulla.

Caro Daniele,

ti ho cercato ovunque, da quando ho saputo che te ne sei andato. Sei scappato, Daniele, hai perso tutto. Hai deciso di perdere tutto. E io so che l’hai fatto con la solita convinzione con cui hai voluto far sempre tutto. Sei testardo, Daniele, sei testardo e lo so come possono saperlo una madre e un fratello.

Ma chi è questo, il mio vecchio catechista all’arrembaggio?
Ah no, quello è morto.
Meno male.

Sono successe molte cose qui. Non credo che ne sappia niente, visto che hai rotto tutti i ponti. Tante volte avrei voluto chiederti di venire qui, almeno per un giorno, almeno per dare un po’ di consolazione a tutti quelli che ti hanno voluto bene veramente.

Ho deciso che dovrai dare un taglio a tutto questo. So che adesso ti chiederai chi sia io per permettermi tutto questo,

E infatti, ma chi è questo?
Si fosse firmato, almeno…

e adesso sarai andato a cercare una firma, un indizio,

Uh, perspicace…

che non c’è.

Mi sta prendendo in giro.
Io odio quelli che mi prendono in giro.
Se me lo trovo davanti io…

E adesso magari hai paura che ti venga a rompere le scatole. Beh, sì, lo farò davvero. Anzi, facciamo così. Ci vediamo domattina in stazione. Prepara i bagagli, si torna a casa. Giusto per qualche giorno. Quando saremo arrivati capirai. Ci vediamo alle 11.

Questo è fuori di testa.
Diosanto, ma ci pensi? Lui lì ad aspettare come un idiota una persona che – ci giurerei – manco riconoscerebbe. Ore. Giorni. Poi, ormai infreddolito e sul punto di collassare, rifugiato in un bar a bere whiskey rancido caldo. Che scenetta.

Aspetterò fino alle 13, dopodiché verrò a prenderti. Con la forza, se è necessario. Non farmi perdere tempo, Daniele. Quando mi riconoscerai non riderai più di questa lettera.

Ma certo che ti riconoscerò! Sarai quello appoggiato al muretto che sta per morire di freddo. Quasi quasi ci vado. Dico, mi nascondo dietro una colonna e lo spio. Tanto non è vero che mi riconoscerà. Chissà di che razza di pervertito si tratta.

Questa foto.
Maledetta foto.

6 thoughts on “Shri Ashutosh 1/1/1.

  1. Tu hai dimenticato,gli altri no.Alle volte si spera quasi che lo facciano,ma pare che gli uomini si dimentichino solo di ciò che conviene omettere.

    Lo so che non sono affari miei,ma hai più scoperto di chi si trattava?

    Spero in una risposta.

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