Storia di un calzino spaiato.

Roma è infida. Ora l’amo, ora l’odio. Roma si perde in confusionari giraddestra e poi subitassinistra. Roma si illumina ad arte per lasciarti imbambolato. Roma lascia che il Vaticano ti faccia un controllo di buon costume poco prima di entrare nel suo territorio. Roma ti spenna ma poi ti fa rivendere foulard a prezzo pieno. Roma è calda e ti coccola con un frappè al cioccolato, ma prima ti toglie ogni forza e ti incolla all’asfalto appiccicoso.

Subdola è stata tanto brava, e ci ha sopportati tutte le volte che le abbiamo rotto i maroni al telefono per trovare posti subdolamente veraci o posteggi subdolamente economici. Peccato averla ricompensata facendola rincoglionire appresso a due appestati in piena insolazione. Ma vabbè. Ci rifaremo se ricambierai la visita (nel senso che noi continueremo ad essere insolati, ma ti indicheremo noi un posto dove rinfrescare le fauci).

9 thoughts on “Storia di un calzino spaiato.

  1. Dorian, con la subdola non siamo riusciti a vederci per più tempo di un caffè (che poi, in realtà, si è trasformato in un pranzo frugale costato appena 25 euri + frappè godurioso)… io, in realtà, spererei più in un subdolopost :)

    Geakaren, a parte quello è stato tutto bello. Soprattutto il sauro.

  2. Ci vivo, a Roma, da un po’. Un po’ troppo, con un troppo soggettivo.

    E odiarla ed amarla, cambiare idea ad ogni incrocio è tutto ciò che si può a riguardo senza cadere nella banalità della città eterna o della metropoli disorganizzata.

    Mi piace l’idea che ci sia qualcun altro che la vive così.

  3. Ciao, non ci conosciamo, volevo farti un saluto perchè mi sono ritrovata a spulciare un pò nel tuo blog.

    Roma è la mia città, amo vivere qui e sono invidiosa di chi può vederla con gli occhi di un turista…

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