Ti ricordi quando, di nascosto, ti nascondevi sul balcone e, seduto su una sdraio piccola e freddissima, e rannicchiato sotto una coperta calda e grandissima, ti affacciavi al di là del parapetto per scrutare il mare nero lontano, il faro che lampeggiava, e le pozzanghere tormentate dalle auto in corsa?
Ti presentavano bietole e insalata verde in un modo disgustoso, adoravi separare merendine e würstel quasi a volerne carpire i segreti, e non hai mai capito perché le lacrime uscissero da sole, quando sentivi per caso Mina cantare Anche un uomo, o quando non c’era altro che una frase, una sola frase, che ti facesse male davvero.
Ora invece quel balcone è sempre lì, senza di te.
Hai scoperto che le bietole e l’insalata verde son buone quando ne hai davvero voglia.
Quella canzone di Mina resta ancora splendida.
E quella frase ti farebbe ancora male,
se non fosse che non hai più motivo di pensarla.
I dolori profondi si possono mettere da parte per un po’, ma non si lasciano dimenticare. Restano sul parapetto della memoria, sembrano in procinto di buttarsi giù e invece non lo fanno mai :)
ahhhh… la Nonna di Dalèègs.. lo portava all’officina.. eee Dooon Vitooo… gli sparava le scintille in facciaaaa :)
al di là delle puttanate.. a me capita a volte di ricordare frasi (o anche situazioni, attimi) che in un certo momento mi hanno fatto del male e nel ricordo feriscono ancora. magari anche se attualmente le fanculizzeresti con molta nonchalance.
non ho mai capito molto di te
FrancesGlass, a questo punto l’importante è tenerli buoni e dargli uno zuccherino ogni tanto, giusto per aggraziarti la loro quiete.
dK, esatto, dipende dal momento… e sono questi i periodi in cui mi ritrovo fortunosamente in quello che dici.
VintageViolence, se ti può consolare neanch’io a volte.
Stimo molto il tuo quadrupede (sia pure da lontano).
ma-lì-nconia.
C’è qualcosa, in quello che hai scritto, di stranamente simile alla malinconia vaga che mi fa sorridere mentre cammino sotto la pioggia, la notte, verso il distributore di sigarette. Un sorriso strano, la sensazione d’una tristezza che ti rende felice, un fumo di malinconia che ti abbraccia un pò, come il ricordo di una coperta calda e grandissima che ti avvolge, anche ora che non ti avvolge più, e che è lontana, troppo lontana, nel tempo e nei luoghi, perchè possa tornare a farlo.
O il ricordo di un cane che si divertiva a dominare il mondo da un balcone.
E’ stato molto tempo fa, e ora non so più nulla di lei che una volta era tutto. Ma tutto passa.
bertold brecht