Too much to do, so little time.

Colleziono bellissimi oggetti.
Un paio di scarpe.
Degli occhiali.
Un telefono.
Una macchina da scrivere.
Sono fatti di legno e feltro, con cuciture evidenti.
Quel loro delicato aspetto non rifinito li rende amichevoli, rassicuranti.
Li ha fatti Stéphanie.
E io allestirò una mostra per esporli.

– Stéphanie, dici che posso prendere anche la coperta rossa?
– Certo Stéphane, vuoi scherzare?

E c’è questa stupenda coperta.
È di feltro rosso doppio con dei grandi quadrati bianchi.
Animali selvatici ci corrono sopra.

Lei sorride.
Io mi piego su una roccia nel tentativo di raggiungerla.
Ma lo stomaco, compresso, mi fa male.

– Stéphanie… mi tieni la mano?
Non riesco a dormire.

Lei la prende.
Io mi addormento.

(L’arte del sogno, F 2006)

12 thoughts on “Too much to do, so little time.

  1. La tua passione per qualsiasi cosa provenga dalla Francia mi impressiona (in senso negativo ovviamente, io di francese apprezzo solo i formaggi e magari la Provenza).

    Sei un orsacchiotto teneroso e sarai punito per questo.

  2. oraDem, dài questa è l’ultima :D

    Dorian, giuro… anche se già il titolo mi ispirava :P

    sth, pur’! :P

    Ste, prego :)

    LukyzzePiso, ma buongiorno :D

    Indiano, perché? (In effetti quella roba del cavallo faceva un po’ cagare, diciamocelo)

  3. mi è sembrato che facesse fin troppo affidamento sulla forma a tutto scapito della sostanza. la storia praticamente non esisteva, e i personaggi avevano quell’eccessivo tocco bohemienne che me li fa odiare più che trovare simpatici. insomma un po’ confusionario, tante idee certo ma quasi nessuna sviluppata fino in fondo

  4. Vero, ma in realtà la trama di per sé è alquanto banale… è più che altro per le sensazioni che trasmette, ma questo è piuttosto soggettivo.

    Comunque, a mio avviso, il modo in cui è stato realizzato è notevole, un po’ naif e un po’ onirico… mi ricorda un po’ il “cervellotismo” di Memento.

Note something down here. Put some effort into it.