Estemporanea VII: GDG rmx.

Siamo troppi.
E troppe sono le informazioni.

Fin qui niente di nuovo, lo sappiamo tutti, qual’è il problema? Voglio dire, è inevitabile, siamo così tanti che forse è un’enormità che non riusciamo neanche a concepire. Allora ci accontentiamo di conoscere uno stretto numero di persone (in media sulle duecento), di imparare un numero limitato di vocaboli, posti, contesti, poesie, trame di libri e film, aforismi e citazioni d’ogni sorta. Questo fa il nostro piccolo mondo, e il nostro modo di rapportarci al mondo esterno.

Ma è il rendersi conto, a volte, che c’è tutto un mondo fuori, così infinito e così dispersivo da non poterne seguire le tracce a fondo, l’idea sottile che – paradossalmente – proprio la nostra veemenza nella ricerca della verità ci ha portato ad allontanarci sempre più dal suo nucleo.

Vengono in aiuto due passi.

Il primo arriva da un testo forse sovrabusato, tanto da essere considerato a volte quasi frivolo, anche per la superficie romantico-politica della sua trama. A mio avviso, piuttosto, con la scusa di parlar d’amore e di sputar sentenze qui e lì contro i cechi comunisti, offre anche e soprattutto degli spunti interessanti.

«In una società ricca, la gente non è costretta a lavorare manualmente e si dedica all’attività intellettuale. Aumentano le università e aumentano gli studenti. Per potersi laureare, bisogna trovare argomenti per le tesi di laurea. Gli argomenti sono una quantità infinita perché è possibile scrivere tesi su ogni cosa la mondo. Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti. La cultura scompare nell’abbondanza della sovrapproduzione, nella valanga dei segni, nella follia della quantità. Ecco perché ti dico che un libro vietato nel tuo vecchio paese significa infinitamente di più dei miliardi di parole vomitati dalle nostre università».

(M. Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Adelphi 1984)

L’altro testo è di per sé prezioso per vari motivi, ma soprattutto per la sua premessa seconda (filosofica) a mo’ di scusa. Perché quando la Terra non girava (perché sappiamo tutti che è stato Copernico, maledetto Copernico, a farla girare), l’uomo era il suo stesso centro, il trionfo dell’individualità specifica nella collettività. Ma ora la Terra gira, gira e rigira, senza meta né motivo apparente. E questo cambia le cose per noi poveri fyborg.

Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza […]; e che valore dunque volete che abbiano le notizie, non dico delle nostre miserie particolari, ma anche delle generali calamità? Storie di vermucci ormai, le nostre. Avete letto di quel piccolo disastro delle Antille? Niente. La Terra, poverina, stanca di girare, come vuole quel canonico polacco, senza scopo, ha avuto un piccolo moto d’impazienza, e ha sbuffato un po’ di fuoco per una delle tante sue bocche. Chi sa che cosa le aveva mosso quella specie di bile. Forse la stupidità degli uomini che non sono stati mai così nojosi come adesso. Basta. Parecchia migliaja di vermucci abbrustoliti. E tiriamo innanzi. Chi ne parla più?

(L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, Mondadori 1988)

Vermucci nojosi
raccontano storielle nojose.

10 thoughts on “Estemporanea VII: GDG rmx.

  1. ipse, che qualcuno indica libere e democratiche estinzioni!

    dK, ma infatti, mi ricordavo di aver già citato quel passo in un’altra occasione… ma quando? :/

    sth, poi ti devo raccontare una cosa, ricordamelo XD

  2. io spero solo di rimanere una dei tanti pochi esseri umani sulla terra…reincarnarmi come insetto (motli molti di piu) renderebbe ancora piu limitate le mie conoscenze.

  3. Dolma, e poi probabilmente finiresti per aver vita breve. Ma non ci si può reincarnare in una quercia secolare per caso? (Sempre fatta salva l’ipotesi di estinzione di stronzi tagliaboschi).

    Oxi – ma in realtà mi riferisco un po’ in generale – ma mi spiegate da dov’è sbucata sta storia dell’estinzione? o_O’

  4. #9

    …sono profondamente commossa dalle citazioni, [una in particolare, anche perchè l’ho riconosciuta subbito! :P]

    dalla Weltanschauung e dall’argomento. Mi piace il modo in cui è scritto, lascia il senso amaro del realismo…per fortuna per i pazzi la terra non gira!

  5. AH, e io che pensavo d’esser numero di una calcolatrice,

    granello di un fondale,

    parola di un articolo,

    goccia in un oceano,

    sperma in un coglione…….!!!!!!!

    ps.. che poi i coglioni mi girano…saranno loro i pianeti?

    bel blog, a rileggerti,

    un sorriso, cià!

Note something down here. Put some effort into it.