O Solresol, Solresol, warum bist du Solresol?

Un pazzo è come una rosa. Gli cambiamo nome quando ci sembra estraneo, insondabile o incomprensibile, ma il profumo resta sempre lo stesso. Ricordatelo, voi i cui discutibili metodi creano mostri senza cervello. Senza memoria. Senza cervello.

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Le dita scorrono sulle corde, come la schiuma scorre nella Guinness ultrasuonata, come i copertoni che scorrono sulla tangenziale deserta, come il tuo bacio sfiora il mio sorriso, come i nervi a fior di pelle sfiorano gli altri nervi, si scontrano, per poi lasciarsi scivolare tutto addosso.

Questo a me piace, questo lo si può vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi, milioni e miliardi di tasti che non finiscono mai (e questa è la vera verità, che non finiscono mai), e quella tastiera è infinita… Se quella tastiera è infinita, su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare.

(A. Baricco, Novecento)

Una parola sola.

7 thoughts on “O Solresol, Solresol, warum bist du Solresol?

  1. mi fermo a “il pazzo è come una rosa”.

    conosco i termini della similitudine ma forse mi manca la sensibilità i l’acume o non so che altro per capire tutto quanto.

    forse sono uno di quei mostri senza cervello.

    (ma anche no)

    :)

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