Camels lead to hiccups.

Sono una delle centinaia di identità fittizie di una monade fittizia che vive in una dimensione fittizia. Anche il mio papà e la mia mamma sono fittizi, e come tutte le coppie hanno i loro problemi e le loro crisi, verso le quali provo una preoccupazione reale. Mi alzo ad un orario fittizio, leggo notizie fittizie e prendo la mia macchina (più che fittizia) per dirigermi ad uno dei miei numerosi piccoli fittizi lavoretti. Finiti i quali torno alla mia dimora fittizia con l’intenzione fittizia di godermi un bel sonnellino.

Mi esprimo spesso con parole fittizie per esprimere concetti veri, ma altre volte preferisco esprimere concetti fittizi con parole vere. I miei problemi sono, alla fine, fittizi rispetto ai problemi reali di altri. Ma il mio essere fittizio è già di per sé un problema più che reale. A volte il mio relazionarmi è fittizio, in quanto volto solo ad esarcebare il mio già di per sé fittizio disprezzo nei confronti del mondo circostante.

Dopo tanto tempo (fittizio) torno a soppesare fittiziamente le parole provando continuamente un disagio che è, manco a farlo apposta, fittizio, in quanto volto unicamente a difendermi da un me stesso.

Ma è un me stesso, come già premesso, fittizio.
Sarebbe quindi il caso, forse, di sollevare il drappo,
per scorgere il $foobar reale.

2 thoughts on “Camels lead to hiccups.

  1. Lego, tu dai i punti a tutta una serie di trentennimaanchequarantenni che ci sono in giro. L’avevo forse già detto? NO? Come quando si dice che i giovani sono il futuro, no?

    Ecco, io spero si parli di quelli come te.

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