Se la tesi è l’istinto e l’antitesi è la ragione, la sintesi è l’intuizione che dona le sue motivazioni a posteriori. Il gusto acido di un motto salace nato ormai già vecchio, il brivido dell’empirìa che turba il sonno notturno, il sapore dolce che si trasforma in alitosi da tartaro.
Il vino che attecchisce alle labbra secche e non va più via, quando pensi che molto probabilmente non è quella la tua strada. Non sarà mai quello che sarai. Ma chissà poi cosa sarai mai, se prosegui per triangolazioni pur non ricordando mai il θ giusto da calcolare. Un lungo procedere a tentoni, sempre vittima del timore costante di non capir subito quando è necessario corregger la rotta.
Un po’ come giocare a biliardo. Un gioco affascinante, davvero. Varianti infinite per una traiettoria che, diciamocela, quando è giusta lo è solo per culo. A volte basterebbe una pulsazione del cuore fuori sincrono per scombinare tutto. Ci ho provato solo tre volte in tutta la mia vita. Ma una volta mi dissero che ero troppo piccolo. Un’altra volta vidi sbocciare un amore destinato all’irreparabile. La volta dopo era il solito disastroso trascinarsi.
Spensierare; poter giocare.
(devo ancora aggiustare il formato dell’header ma sì, alla fine è venuto fico :D)
Mai smettere.
Di giocare e di spensierare.
:-)
courgette, e comunque mi hai fregato la melina e questa cosa non si accetta, oh :P
Debug, una giocata ci seppellirà. Però con contentezza :P
Un bel brano di biliardo vissuto.
Tra parentesi ha portato sfiga anche a me il biliardo…
io invece gioco a carambola.
Spensierare; poter giocare.
che bello il gioco inteso come metafora della vita, del mettersi, appunto, in gioco per un sentimento, un progetto o semplicemente per dimostrare qualcosa a sè stessi…e credo proprio che il centro di tutto, il nodo fondamentale da cui si dipana tutto il resto di quello che siamo “vita-vivendo” sia proprio quello…
(eppoi vabbè, quanto ai “rovesci del gioco” mi è testè venuto in mente uno sketch di Guzzanti-Bertinotti assai amaro ed istruttivo, ma vabbè, mi levo dalle palle andando a soddisfare altrove la mia voglia di rivivere per la sette-millesima volta quello sketch :P)
cioccolato. sicuro fosse fondente?
io ho mollato la stecca perla racchetta (da pingo pongo)
Urca,
molto hegeliano.
Buon cioccolato, allora.
Ah,

e anche:
=)
io so sempre quando è necessario correggere la rotta, ma gira e rigira non mi do’ mai retta..
un saluto, kris
Io ho del caramello appiccicato alle dita della mano perché mia madre mi ha rifilato un dolcetto croccantoso e caramelloso che si è impiastrato ovunque.
È un natale triste perché ho scoperto di non poter + bere cioccolata calda con panna perché mi da strane reazioni nello stomaco e sto male per un giorno intero.
Perciò, in segno di lutto, giro per i blog a rompere le scatole a chi mi capita a tiro.
La sfiga, a volte, regna sovrana. e tu sei stato sorteggiato in questa giornata uggiosa.
Tarara tattta tarara ta!
#9
…perchè adesso questo leccare ripetutamente il cioccolato, mi rievoca tutt’altre atmosfere?? [“li ho trovati, evviva!!”]
Tutta colpa del pensiero laterale… botte al pensiero laterale, botte! :P