Cloaca emozionale.
Quando scoppierai?
Quando arginerai questi dadini acuminati
che scivolano lungo la superficie
per poi sparir via?
Perché lungo il vetro scivola davvero di tutto.
E non resta quasi più niente di buono.
Eppure prima non era così.
Prima era vetro ruvido,
attrito funzionale.
O forse è sempre stato così,
e quella non era altro che l’ennesima pressione.
Però ieri, mentre mettevo le mani in tasca, e tiravo fuori le ultime tracce di quel black-out per distruggerle, l’ho sentito. Davvero. Forte. Giuro. L’ho respirato forte, e a lungo. E io non son mai tanto sicuro in questi casi, ma stavolta… ma stavolta. Stavolta è davvero inutile sapere se è vero o no.
Allora mi sono tolto il cappuccio, mi sono alzato e sono tornato dentro. Ho preso le mie cose e sono uscito immediatamente, ho fatto un ultimo respiro, profondo. E ho pensato che, dopotutto, c’è tempo e tempo.
Sono soltanto un po’ fuori tempo.
Last anti-2046 hero.
…
Che commento esaltante!
a volte essere fuori tempo puo’ essere tragico
il tuo esser fuori tempo non è per forza un male…
Captain’s Charisma
Il vetro ha un vantaggio:
da una parte la goccia scorre, dall’altra, si ha l’impressione che scorra.
EUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!! :P
Bralina, ??
nonsisamai + Rob: dipende, fuori tempo nel senso di asincrono o anacronistico?
oraDem, però è più piacevole, per me, vedere quelle gocce che, appena giunte, restano lì, ferme, a guardarsi tra loro, senza alcuna voglia di scivolar giù. Prima di unirsi e poi cedere alla gravità. E prima che il vetro sia così umido e viscido da lasciarglielo fare.
dK, odioso bastardo :P
dopotutto, c’è tempo e tempo
‘nfatti.
all’inizio i ricordi fanno così male che (quasi) non riesci più a vivere. poi arriva il momento in cui i ricordi fanno meno male e così ti illudi di averli ormai digeriti e smaltiti. eppoi arriva il momento in cui brandelli di ricordi tornano a galla e a quel punto temi di aver soltanto girato in tondo per poi tornare al punto di partenza.
Cmq alla fine ‘st’alternanza è assolutamente fisiologica, basta accoglierla e accettarla. Chè la sola cosa innaturale sarebbe opporre resistenza al tempo che ci attraversa
Ecco, brava. Il tempo ci attraversa.
Il fatto è che a volte sembra così freddo e tagliente, mentre altre volte diventa una brezza tiepida che ti accompagna.
e allora, quando hai paura che sia troppo freddo e tagliente, attrezzati come puoi, come sai, o semplicemente come ti gira in quel momento, per affrontarlo…tanto poi prima che uno se ne accorga, l’inverno ha fatto il suo corso ed è tornata quella brezza tiepida…e tu mica ti vorrai far sorprendere ancora vittima degli ultimi malanni di stagione quando quella brezzolina sarà tornata, no?
:))
E’ tutto questione di sincronia. Parole tronche, che non germogliano, in attesa del giusto tempo. E intanto, claustrophobia.