Passata la festa, passato il santo.

– Beh, allora io vado.
– Dai, resta per un caffè.
– No, davvero, son stanco, devo tornare.
– Vabbè e quando torni?
– Fra un anno, ovvio.
– E perché non fai un salto prima?
– Sai che me ne frega.
– Come dici?
– Hai capito benissimo. Non ci tengo proprio!
– Essì, vieni solo quando c’è la tua festa.
– La mia festa? Bah. La mia festa perché? Perché c’è il mio nome sui manifesti? Ma ti rendi conto che ormai di mio non ha proprio un bel niente? Una sfilza di gentaglia che si esibisce nelle fiere e arraffa bigliettini per andar gratis alle giostre.
– E le messe?
– Ah beh certo. Vecchiette piagnucolose che mi chiedono di intercedere per i loro morti o le loro sfortune (come se io fossi un mago e loro non avessero libero arbitrio anche lì) e bambini svogliati che nel frattempo pensano al cartone animato che devono correre a vedere quando tornano a casa e nel frattempo piazzano un cappero sotto la panca.
– Ma lo sai che la festa è solo un’occasione, non puoi pretendere che ti si veneri. Sei un po’ egocentrico in questo periodo?
– Dannazione, non è di certo per egocentrismo. Voglio dire, ormai è diventato tutto così laico nel midollo. Anche per quelli che si preoccupano così tanto di organizzare al meglio l’evento, alla fine non pensi che per loro non sia altro che una corsa al maggior splendore?
– Non sono d’accordo.
– Fa niente, io me ne vado.
– Vabbè, tanto tornerai. Ti invocheranno, ti vorranno, e tu, volente o nolente tornerai.
– Purtroppo sì. Ciao.
– Mpf. Ciao.

5 thoughts on “Passata la festa, passato il santo.

  1. invece penso che sarebbe davvero un bel colpo di scena se l’Invocato si desse alla macchia e non tornasse più alla prossima invocazione :)) d’altra parte gli Invocanti non hanno proprio un cazzo di meglio da fare che invocare??? che impegnassero in modo più proficuo il loro tempo, diamine :)

    :-P

  2. …non so, i rapporti in cui uno mette sul piedistallo l’altra o viceversa m’hanno sempre agghiacciata…hanno un chè di squilibrato, sbilanciato…d’altra parte è pur vero che ogni rapporto, a modo suo, è sempre sbilanciato e asimmetrico, però…però la venerazione mi fa paura…forse perchè ho sempre pensato che in fondo sia un pò un modo per non riconoscere all’altra/o di essere umano come te, e in quanto tale, legittimamente portatore di pregi, difetti, limiti e nevrosi…

    sono un tantino fuori, lo so. scappo a cospargermi il capo di cenere :-P

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