E mentre queste cinque punte si sciolgono nella saliva, nella birra mista al vino e dio sa cos’altro, nelle spinte e nelle note più sbagliate, mi prende un attacco di fame nervosa. Dove andiamo? Andiamo al panemmerda del parco. A qualcosa sarà pur servita quella testa vuota, nelle innumerevoli serate in cui, non avendo nulla di cui spartire, o si scopava o si mangiava. Un anno all’ingrasso, in sostanza.
Birds flying high, you know how I feel,
sun in the sky, you know how I feel,
reeds driftin on by, you know how I feel,
It’s a new dawn, it’s a new day, it’s a new life for me,
And I’m feeling good.(Nina Simone, Feeling Good)
Eppure in qualche modo, tornando su quelle strade che, in realtà, mi riprometto ogni volta di non ripercorrere più, improvvisamete, per un attimo, mi sono mancati quei momenti in cui le vedevo brulicare di strana vita alle 5 di mattina, trascinato in quei rituali morfeistici assurdi che però in qualche modo sapevano farmi star bene.
Stringere la tua mano fredda e guardarti negli occhi spenti.
Eppure.
Eppure cercavo calore.
Cos’ho fatto.
Adoro quei ricordi speciali, un pizzico malinconici, che ti beccano quando meno te l’aspetti.
Affermare umilmente che si sente la mancanza di qualcosa/qualcuno è una grande prova di maturità d’animo. Ma soprattutto è infinitamente dolce ^^
in qualche modo
la giusta maniera per ricordare un vissuto che è stato bello nel momento in cui lo si attraversava , senza rinnegare nulla di ciò che si è stati convintamente
(eppoi vabbè, la parola unita all’immagine del panemmerda vicino a santa scolastica che m’è tornato in mente alimentano un pò una delle mie due “nostalgie geografiche” di questo periodo, ma tant’è :)
leggere il post con la “prescritta” colonna sonora fa uno strano effetto.
A me è sembrato di restare nella strofa iniziale a cappella, che fa sentire freddo oltre a quello delle tempeste fuori dalla finestra..e l’epico incedere del resto..che strano sto freddo.
ecco ora scegliti una scimmietta.
Frances, in quest’ottica mi sento infinitamente e tristemente umile.
shady, il panemmerda vicino a S. Scolastica ti aspetterà sempre con i suoi fantastici cestini di patatine, ma soprattutto con una buona peronidatreqquartighiacciata (sì, perché è ghiacciata anche d’inverno, sàllo).
Dorian, fa freddo. Molto, molto freddo. Forse mi riscalderà la terza scimmietta [ora sono entrato anch’io nel club insieme alla kynky uh? :P].
pur con tutto l’affetto che porto al Capoluogo e generalmente anche alla fauna ivi residente sono tre le cose che la mia mente si rifiuta e si rifiuterà sempre di far proprie: l’ausiliare essere in ogni dove, le onnipresenti smart e la peroni…cioè, alla fine, l’unico piacere insito nel berla è l’aspetto coreografico legato al ditino alzato…detto questo, etilicamente parlando non è molto carismatica come birra, eh :))
Shady cara, la Peroni è prodotta a Bari, costa poco!
oddio…Nina…