Portrait du retour de la soirée.

Felice.

Sì, è vero. Domani forse tutto si rivolterà contro.
Ma è adesso. Adesso. Oggi. In questi giorni. Una sensazione difficilmente descrivibile. Neanche per esclusione. Perché non è gioia, o auto-esaltazione maniacale, e neanche contentezza, né serenità. Bisognerebbe forse aggiungere qualche termine, piuttosto che toglierlo.

Perché si può apprezzare il reale. E si può anche rappresentarlo, al di là delle forme convenzionali. Tra l’altro sarà per questo che non riesco a digerire a sufficienza chi cerca di rappresentare una dimensione onirica, irreale, con le forme del reale (non vedete anche voi il paradosso intrinseco in questo, dopotutto?), mentre invece adoro veder presa la realtà, fatta a pezzi più o meno irriconoscibili, e quindi ricomposta assecondando la propria in/coscienza. Ma questa è un’altra storia.

È nelle immagini da fermare in un clic, o da osservare fino a poter fantasticare come un bambino. È nel camminare in ogni dove, scriteriando lo squallore del negativo. Misurare i passi per calpestare foglie secche e, ogni volta, tirar su quel sorriso un po’ malinconico che vien da sé. Ipnotici posteriori di un’Audi A3 elaborata a modino, o un gelato anti-crépe ciocco-coccoso. Mordicchiare una pelle morbida fresca d’olio 31. Vivere ogni giorno con intensa leggerezza, immaginando con curiosità l’ora successiva, e poi il giorno, e poi la settimana, e poi ancora il mese.

Ma, soprattutto, sapere che tutto questo può avvenire senza di te.
Senza più bisogno di nessuno. Quasi.

Per l’amore di sé.
O di una tazza di cioccolata da dividere al momento giusto.

E a quel punto probabilmente sarà grazie a Virne (che in realtà si limita a spingere delicatamente con fare materno e rassicurante) che tutto ciò che rimane finirà gelido e fragile. Così fragile che sarà poi il primo delicato cristallo di neve a farlo crollare in polveri sottili, che un vento leggero, cullandole, accompagnerà al dimenticatoio.

Non avrò timore di trovarti.
Perché non ti vorrò più cercare.

9 thoughts on “Portrait du retour de la soirée.

  1. Ah, che bello ‘sto post.

    Crepuscolare, sereno, tipicamente settembrino.

    Fa bene leggere cose così di mattina. ^^

    E poi mi sembra quasi di sentire l’odore dell’olio 31..mi si sarà rovesciata la boccetta sul comodino? :P

    caraFrancesGlass in anonimato dall’ufficio :))

  2. chissà se stanotte il post era proprio così…

    ma in fondo cosa importa, ti sei slavato in corner dalla filosofia dell’arte e questo ti fa onore ^^

    per il resto, caro lele, quando riuscirò di nuovo a godermi le foglie secche che fanno rumore sotto le scarpe non avrò più dubbi sulle fragilità del passato…e intanto provo a lavorarmi..

  3. Da quanto. Son tornata in attività, forse, e voglio un po’ riprendere a leggere questo posto, di tanto in tanto.

    Pensavo che mi fa sentire meno sola [si accettano “emmoccaqquantosìttrist, figghiamé“, ovviamente].

    Senti, ti invito a lasciare un commento al mio ultimo post: mi interessa il tuo parere.

    A presto,

    Maat.

    P.S.: ma tu davvero c’hai un anno a disposizione per girarti l’Italia?! o.O

  4. caraFrancesGlass: dovresti vedere come sono impregnato io adesso di Olio 31… :/ (però è buono da morire, soprattutto in poche gocce da infondere nella camomilla ^^)

    Dorian: non ci crederai ma non l’ho modificato… è che temo che già prima del salvataggio in corner a qualcuno possano drizzarsi i sensori… :P

    Maat, rinnovo il bentornata, lasciato commento al post con risposta alla tua domanda annessa, e soprattutto lusingato per il fatto che sono fra gli obiettivi delle tue letture :)

  5. Non avrò timore di trovarti.

    Perché non ti vorrò più cercare.

    e, mi permetto di aggiungere, una volta che arriviamo a realizzare ‘sta cosa, già abbiamo fatto un pezzo di strada considerevole sulla via del recupero della serenità che segue un abbandono, di qualsiasi tipo esso sia

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