– Ciao.
– Ciao!
– Oddìo, vieni qui, stringimi forte, mi sei mancato da morire!
– Anche tu, maledizione…
– Beh, che mi dici?
– Partiamo!
– Eh?
– Partiamo, ho detto!
– In che senso?
– Nel senso che adesso vai a casa un attimo, prepari la valigia, ti cambi, e ce ne andiamo.
– Ma dove? Per quanti giorni? No dài, mi stai prendendo in giro…
– No, macché, partiamo davvero, ho la valigia nel portabagagli! E comunque non importa dove e per quanto… noi partiamo, dove ci va di andare andiamo, quando ci va di fermarci ci fermiamo, quando ci finiscono i soldi torniamo. Non ti preoccupare, ho pensato a tutto!
– No scusa, ma pensato a cosa se non sai neanche dove andare?
– Oh, insomma, quante storie: ti fidi?
– Ma se ci siamo conosciuti tre giorni fa!
– Sì, ma non c’entra… io mi fido di te, per esempio, e so che non rifiuterai!
– Invece dovrò deluderti, io non posso partire!
– Voglio farti vedere una cosa prima.
– Cosa?
– Devo portarti prima in un posto.
– Sì ma non partiamo eh?
– Sì, ho capito, non ti porto a Bombay, è ad un paio di chilometri da qui.
– Ah ok.
Je ne veux pas travailler,
je ne veux pas déjeuner,
je veux seulement l’oublier,
et puis je fume.Je ne suis pas fière de ça
vie qui veut me tuer,
c’est magnifique être sympathique,
mais je ne le connais jamais.(Pink Martini, Sympathique)
– Sai chi era questo?
– Tuo nonno.
– No, era un vecchietto che conobbi anni fa per caso.
– E come l’hai conosciuto?
– Per caso, ti ho detto.
– Vabbè, qualche dettaglio magari…
– Lascia stare. Comunque: tutti dicono che si è suicidato per la morte della moglie. Ma io parlai con lui qualche giorno prima, e mi disse la verità: era insopportabile il fatto che fosse costretto all’immobilità. Ha passato tutta la sua vita viaggiando, in qualsiasi modo, anche solo per qualche giorno. Mi diceva di viaggiare, viaggiare sempre, perché era il solo modo per capire davvero ciò che c’è fuori, e per poter poi vedere la realtà che vivi con occhi sempre diversi. Ma soprattutto aveva un bisogno viscerale di viaggiare, lo faceva ogni volta che voleva distaccarsi un po’ da una realtà che gli stava stretta. Paradossalmente si rilassava da morire nell’affannarsi a gironzolare qua e là per posti sconosciuti e fermarsi ad ammirare dettagli che per chiunque altro sarebbero parsi insignificanti.
– E tu quindi vorresti partire per rilassarti?
– Bah, anche. Voglio dire, ci son tante cose che possono farti rilassare… non so, una sigaretta, una canna, una bottiglia di rum, una sega, leggere un libro, ascoltare musica, pogare ad un concerto, e per i più raffinati torturare cani o lanciare sassi dal cavalcavia. Ma partire, senza meta, scappare chissà dove e poi tornare, è una sorta di eremitaggio leggero che a volte diventa davvero impagabile. Ma a me serve più che altro per riempire la mia testa di qualcosa di fresco, nuovo, diverso. Non è questione di dimenticare, si tratta proprio di sovrastare un cumulo di cadaveri con un monumento sublime.
– Capisco.
– Allora?
– Allora resto qui.
– Ah. Sei sicura?
– Sicura.
– Perché?
– Perché io sto bene. Non ho bisogno di scappare.
– Non è scapp…
– Neanche di sovrastare.
– Lo spero per te, di cuore. Addio allora.
– Arrivederci.
“sovrastare un cumulo di cadaveri con un monumento sublime”
si parte?
^^
Mi diceva di viaggiare, viaggiare sempre, perché era il solo modo per capire davvero ciò che c’è fuori, e per poter poi vedere la realtà che vivi con occhi sempre diversi. Ma soprattutto aveva un bisogno viscerale di viaggiare, lo faceva ogni volta che voleva distaccarsi un po’ da una realtà che gli stava stretta. Paradossalmente si rilassava da morire nell’affannarsi a gironzolare qua e là per posti sconosciuti e fermarsi ad ammirare dettagli che per chiunque altro sarebbero parsi insignificanti.
uhmm…comincio a pensare che forse in una mia vita precedente io ero questo simpatico vecchietto, chè sottoscrivo ogni sua singola parola :))
partire, senza meta, scappare chissà dove e poi tornare, è una sorta di eremitaggio leggero che a volte diventa davvero impagabile. Ma a me serve più che altro per riempire la mia testa di qualcosa di fresco, nuovo, diverso. Non è questione di dimenticare, si tratta proprio di sovrastare un cumulo di cadaveri con un monumento sublime.
tutto questo è molto vero.molto bella l’ultima immagine in particolare
Io la valigia ce l’ho sempre pronta. Come diceva quello la “non è importante la meta. l’importante è il viaggio”
oh..è maledettamente vero.
bacio
Dolma
Ok ragazzi,
tutti e tre qui presenti
vi voglio lunedì sotto casa mia ^^
Io scappo sempre, da Bari, s´intende.
Saluti da Belino, quando torno ci si vede.
SvevS