Questa è la cronistoria dei mirabolanti avvenimenti in cui furono coinvolti due infedeli, miscredenti e mispatriottici. Costoro ebbero avversi il fato, il tempo e persino il Sole, abbattendosi convergenti sulle loro teste per punirli del loro cattivo operato.
In quel giorno in cui ognuno è moralmente costretto a rendere omaggio alla memoria di coloro che diedero libertà al Popolo (e magari volendo sottostare anche alle tesi scalmanate di certi bambinoni che, non essendo ormai più possibile per loro giocare a Guardie e Ladri senza che la Pubblica Autorità li fermi ritenendo tale gioco una forma di giustizia privata, cercano soddisfazione in varianti da veri adulti quali Comunisti vs. Fascisti, possibilmente indossando di nuovo eskimo o pantaloni a zampa d’elefante, e magari portando con sé una fida molotov e professando lo scontro ideologico sul terreno della guerriglia urbana), o se volete quel giorno in cui si ricorda il più sfigato dei quattro evangelisti, i due decisero di liberarsi – per l’appunto – da queste tradizionali costrizioni e godere finalmente del Gran Sole della Ventura Estate.
Non mi biasimerete, dunque, se vi confesso che è stato davvero opportuno l’intervento del fato per ostacolare quest’empio progetto. Fato che decise, infatti, di creare una coltre di Nubi tale da occupare tutta la porzione di cielo visibile, tanto che alla fine la decisione presa in quel primo momento dai due fu resa vana.
Bianca e Bernie, che chiameremo appunto così per vari motivi, soprattutto per il fatto che anche questi due viaggiano su una cosa che è sostanzialmente una scatola di latta, decisero quindi di catturare dei pennacchi da alcuni Carabinieri che stazionavano da quelle parti, fissarli nel CCD (dandogli ogni tanto un’occhiata nell’LCD), e sgusciar via verso il Gran Castello d’Oriente, dove Yao aveva conservato il mantello della loro principessa in attesa che i messi lo reclamassero.
Qui i due scoprirono che i giganteschi Draghi Cinesi, messi lì a guardia dell’ingresso, dormivano ancora. Per ingannare l’attesa, quindi, decisero di immergersi nella cittadella blu, dove speravano di poter acquistare delle nuove armature al Bazar Delle Cose Che Devono (re)Stare.
Ma anche in questo caso il fato ha fatto sì che i due, dopo aver affrontato strade impervie, zigzagato fra dragoni rumorosi, tentato numerose strade (persino invocando lo Stregone d’Occidente), arrivassero a destinazione scoprendo che qualcuno aveva ostruito l’ingresso con pesanti sbarre di metallo.
Delusi, ma non rassegnati, i due tornarono a chiedere spiegazioni di tale comportamento al pravo Yao, il quale rispose «Tua lagazza lasciale vestito ieli!».
Quale verità avrà voluto nascondere questo semidio, noto per i suoi arguti indovinelli degni della migliore Sfinge? Come interpretare il suo gesto? Improvvisamente, però, un piccolo demone si introdusse nella conversazione e porse un oggetto a Bianca.
Era il mantello.
Subito controllarono che il Sacro Graal Digitale fosse ancora al sicuro del suo (neanche tanto) morbido tessuto. Ma non c’era! Era sparito nel nulla! Yao, in preda al panico, cominciò a balbettare qualcosa, finché non disse «Folse caduta su tavolo e poltato via tutto quanto lavandelìa!». Questo turbò non poco Bernie, che aveva colto nelle sue parole quanto terribili fossero le conseguenze di questa sparizione. Apocalisse. Yao parlava dell’Apocalisse, e non vi era nulla che si potesse fare per evitarla.
Amareggiati, i due decisero quindi di tornare alla Reggia per riferire i dettagli del viaggio. Il fato aveva intuito che ormai era riuscito nel suo intento, e quindi decise di consolare (piuttosto sadicamente, bisogna ammetterlo) i due ritirando il suo esercito di Nubi e lasciando che il Sole bruciasse ancor di più la ferita del fallimento.
Tutto questo non prima che un soldato della retroguardia delle Nubi avesse chiamato a raccolta i loro Corrieri Aviari per attaccare di nascosto i due sconfitti, inferendogli il colpo di grazia.
I Corrieri si disposero in formazione e sparararono, con precisione indicibile, tutti nello stesso punto. Un lembo del mantello della principessa. Corroso e devastato per sempre, a monito di come la nemesis theon sia incontrovertibilmente unica fonte di vera giustizia.
E fu a seguito di quest’ultimo evento, quindi, che i due tornarono, affranti, consolandosi l’un l’altro fra i Veli della Disperazione, nella Reggia del proprio sintetico essere.
A futura memoria.