That agony is your triumph.

– Cosa intendeva quando ieri ha detto che amava un paese libero?

– Per prima cosa sono venuto in questo paese…

– …No, mi perdoni. Cosa intendeva quando ieri ha detto che amava un paese libero?

– Mi dia la possibilità di spiegare.

– Le sto chiedendo appunto di spiegarlo.

– Quando ero in Italia, da ragazzo, ero un Repubblicano; perciò ho sempre pensato che un Repubblicano avesse più possibilità di gestire l’educazione, lo sviluppo, di costruirsi un giorno una famiglia, di allevare i figli e l’educazione scolastica, se possibile.

Ma questa era la mia opinione; per questo, quando sono arrivato in questo paese, ho visto che non c’era ciò che avevo pensato, ma che era tutto completamente differente, perché in Italia non ho mai lavorato così tanto come ho fatto in questo paese. Anche lì avrei potuto vivere da uomo libero: lavoravo alle stesse condizioni, ma non di certo così duramente, diciamo sette o otto ore al giorno, e avevo del cibo migliore. Genuino, intendo. Ovvio, qui il cibo è buono (perché è un paese molto più grande) per chiunque abbia soldi da spendere, ma non per la classe operaia; invece in Italia è più facile per un lavoratore mangiare verdure, più fresche… Insomma, sono venuto in questo paese.

Quando ho iniziato a durare lavoramente qui (e ho lavorato per tredici anni, da lavoratore che lavora sodo), non potevo permettere molto alla mia famiglia, almeno non come avevo idea prima. Non avevo denaro da versare in banca, non potevo incitare mio figlio ad andare a scuola o fare altre cose. […] L’idea di libertà da’ a ciascun uomo la possibilità di professare la propria idea. Non un’idea suprema, o da impartire a tutti, e non come le posizioni prese dalla Spagna, sì, circa due secoli fa; ma piuttosto dare la libertà di stampa, libertà di istruzione, libertà di scrivere, libertà di parlare, cose che qui vedevo essere completamente all’opposto.

Ho avuto modo di vedere gli uomini migliori, uomini intelligenti e colti, che sono stati arrestati e mandati in prigione e lasciati lì a marcire per anni e anni senza farli uscire; e Debs, uno dei grandi uomini di questo paese… be’ lui è in prigione, è ancora recluso, perché è un Socialista. Voleva che la classe operaia avesse condizioni e vita migliori, più istruzione, voleva poter dare una mano a suo figlio se avesse avuto qualche grande possibilità un giorno, ma loro l’hanno messo in prigione.

Perché? Perché i capitalisti, si sa, sono contro tutto questo; perché i capitalisti non vogliono che i nostri figli vadano alle scuole superiori, o all’università, o ad Harvard. Lì non avrebbero alcuna possibilità, non ce ne sarebbero, no. Non vogliono una classe operaia istruita, vogliono che la classe operaia sia sempre inferiore, ai loro piedi, mai a testa alta.

E allora succede che qualche volta i Rockefeller, i Morgan, danno 50… no, volevo dire 500mila dollari all’università di Harvard, e un altro milione per un’altra scuola. Tutti dicono: «Bene, Rockefeller è un grand’uomo, il migliore del paese». Ma io vorrei chiedergli: «Chi andrà ad Harvard? Che beneficio trarrà la classe operaia da questi milioni di dollari che arrivano dai Rockefeller, signor D. Rockefeller?» Nessuno. La gente povera non avrà comunque la possibilità di andare ad Harvard perché chi guadagna 21$ o 30$ a settimana… ma non basterebbero neanche 80$, perché se ha una famiglia di cinque bambini non riesce sia a vivere sia a mandare suo figlio ad Harvard, se vuole mangiare tutto ciò che la natura offre. A meno che non voglia mangiare come una mucca, e questo sarebbe l’ideale… ma io vorrei che gli uomini mangiassero come uomini, non come mucche. Vorrei che ogni uomo potesse godere di tutto il meglio che la natura offre, perché appartiene a… non parteggiamo per altre nazioni, sia chiaro… ma ognuno di noi appartiene ad una nazione.

Ecco perché ho cambiato idea. Ecco perché amo la gente che fatica e lavora, e vede migliorare man mano le sue condizioni, e non vuole far guerra. Non vogliamo combattere con le armi, e non vogliamo che giovani vite vadano distrutte. Ogni madre fa sforzi enormi per il suo ragazzo. Poi un giorno c’è bisogno di più pane, e la madre non fa in tempo a cercare del pane o dei soldi per il bene del suo ragazzino che i Rockafeller, i Morgan e tanti altri delle classi alte lo mandano in guerra. Perché? Cos’è la guerra? La guerra non è combattere come Lincoln e Jefferson, per un paese libero, per un’istruzione migliore, per dare una possibilità a chiunque (non solo i bianchi ma anche i neri e gli altri, perché credevano fermamente e sapevano bene di essere uomini come gli altri); la guerra è quella per i grandi miliardari. Non è la guerra per la civilizzazione dell’uomo, è la guerra degli affari, dell’accaparrarsi milioni di dollari.

Che diritto abbiamo di ucciderci l’un l’altro? Ho lavorato per gli irlandesi, ho lavorato con i compagni tedeschi, coi francesi, e tante altre genti. Amo questa gente così come amo mia moglie, e questa mia gente per questo motivo mi ha accolto.

Ricordo che in Italia, molto tempo fa, più o meno 6 anni fa… credo… sì, circa 6 anni fa… il Governo non riusciva a controllar bene due cose, che erano la criminalità che avanzava e le rapine. Allora uno del Governo, nel Consiglio dei Ministri, disse: «Se volete far fuori queste diavolerie, se volete sbarazzarvi di tutti questi criminali, dovreste dare una possibilità alla cultura Socialista, all’istruzione popolare, all’emancipazione. Ecco perché distruggo i Governi, ragazzi». Questa è l’idea per la quale amo i Socialisti. Ecco perché mi piace chi vuole istruzione e una vita decente, chi vuole costruire qualcosa, chi è buono, almeno per quello che riesce a fare.

Ecco tutto.

(Liberamente tradotto da: Testimony of Nicola Sacco, from: The Sacco and Vanzetti trial)

Sacco e Vanzetti
(Fonte: Opera Tampa)

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