Ri-ciclo.

Improvvisamente nell’aria si sentì un odore forte, tremendamente piacevole. Stimolava i sensi come l’eucalipto, ma in realtà era una sostanza inodore, e senza alcuna provenienza.

Era il pipistrello-angelo-drago. Il nostro amico, anche se lo nasconde per timidezza, lo conosce per la verità da molto tempo. Sentì raccontare la sua storia da un certo Ted. E questa fiaba fece allora commuovere un grande e un piccino. Chissà, oggi forse farebbe piangere molti grandi, insieme ad un’infinità di piccini.

Dove non ha potuto lo sciopero della fame di Pannella, dove non è arrivato lo sciopero della figa guidato da Lisistrata, giunse infatti il canto melodioso di questo essere lontano ad infondere pace e serenità. Un canto dall’odore insolito, per l’appunto.

Ma il tempo era passato, l’Uomo di Ferro che lo aveva reso schiavo era ormai diventato ruggine. Il drago, dispiaciuto per la fine di colui a cui aveva deciso di sottomettersi e affezionarsi, aveva perso la voglia di cantare. E la conseguenza era intuibile.

Una notte l’angelo, di nascosto al Committente, con grande sforzo volò fin sul lato oscuro della Luna, per andare a trovarlo. Lo trovò in un profondo letargo, e russava. Eppure anche questo suo strano russare era armonioso e rasserenante.

Lo svegliò dolcemente, e lui rispose: «Vuoi sapere la verità? Spesso, di nascosto, continuo a cantare. Ma sono cambiate tante cose. Ci sono cinque dimensioni, e la quinta è così lontana rispetto a quella in cui popoli interi sapevano ascoltare questi suoni».

Allora l’angelo volò dolcemente sul suo enorme muso e, accarezzandolo, gli disse: «Sai che conosco bene la tua mestizia, perché è la stessa che mi ha attanagliato per anni. Ma ora ho buone notizie per te. Ho trovato chi sa ascoltare con sensi nuovi. Sono coloro che riuscivano, pur senza accorgersene, ad apprezzare questo canto senza suono. Ti prego, torna a cantare. In cambio mostrerò loro il motivo dei loro momenti di serenità, perché possano invocarti nei momenti di debolezza e sentirsi rinfrancati dal tuo aiuto lontano».

Il pipistrello-angelo-drago sembrava commosso.
Nella penombra si riuscivano a scorgere i vaghi riflessi di occhi lucidi.

Era da tanto che il drago cercava un piccolo fiore a cui affezionarsi. Ancora una volta.

9 thoughts on “Ri-ciclo.

  1. Hai messo la foto ” gnocco da paura ” nell’avatar, sei sleale.

    Ahahahahahhaha ma come? Ti eri perso i risvolti socio-pedagogici delle scuse del Berlusca alla ex first Lady?

    Ne parlano cinque testate giornalistiche su 6.

    Ora, al posto della Giacobini, inizierei a scrivere cronaca nera.

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