Il trauma indifferente.

Eravamo tutti lì, seduti davanti ad un plastico enorme. I partecipanti mormoravano sorridenti, soddisfatti del Nuovo Corso degli Eventi. Una musica in sottofondo spingeva alcuni a danzare sul posto, tanto che uno di quelli, che finora era stato sempre zitto, improvvisamente si era alzato sulla sedia e aveva cominciato a ballare nell’ilarità generale.

E io mi sentivo così bello nel mio vestitino nuovo. Con due fessure appositamente ritagliate sul dorso. Sedevo alla destra del mio nuovo Padre. Alla sinistra, incatenato alla Colonna dell’Infamia, c’era l’Architetto che, invece, guardava in lacrime i pezzi del suo plastico gettati ai piedi.

Fu in quel momento che il committente divenne finalmente Committente, e iniziò a parlare.

«Bentornati. Beh, in effetti dovrei dire bentornato a me stesso. Devo ammetterlo, ho compiuto un grande errore, ed è stato quello di trascurarvi. Purtroppo avevo lasciato il mio progetto in mani adunche e negligenti, e i risultati sono stati pessimi.

«Tuttavia non farò lo stesso errore. Ho deciso di istruire personalmente e mettere a direzione dei lavori colui che vedete alla mia destra. Vi vedo interdetti. No, non fate così! Non vi spaventi il suo aspetto! Scoprirete, invece, che vi saprà amare, e con la collaborazione di tutti, in particolare del Gran Maestro degli Scalpellini, vedrete quanto sarà ben più entusiasmante tornare a lavorare per questo progetto!

«E se questo non dovesse bastare, pensateci: state costruendo la vostra casa. Regalerò ad ognuno di voi un appartamento, e qui vorrò che veniate ad abitare. La coesistenza tra voi in questi mesi diventerà così felice che sarete voi stessi a chiedermi di estenderla al di fuori dell’ambito lavorativo. La coesistenza pacifica di tutti voi, senza rinunciare alla vostra specificità. Pensate che non sia possibile? Vedrete che meraviglia, ve lo prometto.»

Tutti rimasero senza parole. Non era timore, o sfiducia. Ma non era neanche estasi o euforia.
Erano tutti distratti dallo sguardo di quell’essere ripugnante che implorava di amarli.

3 thoughts on “Il trauma indifferente.

  1. Faccio mio quel bell’uomo di hubrys e il suo commento, e mi reco a comprare una quintalata di pop corn per ingannare l’attesa… :]

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