No, non parlerò di Pinochet visto che credo che siano state sprecate fin troppe parole riguardo la sua morte. Non parlerò neanche del fatto che un giorno o l’altro chiuderò il blog a sopresa per un mero gusto personale. Parlerò di qualcosa a cui stavo facendo caso da ieri notte.
C’è questa moda di mettere nel proprio blog un piccolo comunicato in cui si fa presente al lettore che, non essendo aggiornato con periodicità, non può essere considerato una testata giornalistica. Faffigo da morire.
Fantastico.
Ma sti cazzi.
Un blog, per sua natura, non può essere considerato a priori un prodotto editoriale. Chiaramente questa affermazione va presa con le pinze dal momento che, a prescindere, vanno rigorosamente escluse tipologie come le cosiddette e-zine (le riviste on-line), visto che la presentazione di questi contenuti tramite sistemi di blog è solo un modo molto comodo per produrre contenuti editoriali.
A parte questo, sorgono tre semplici considerazioni:
- Chi verrà mai a rompervi i maroni per questo motivo?
- Se anche lo facesse, pensate davvero che un disclaimer potrebbe dissuaderlo?
- Se anche doveste finire vittime di un’azione legale, pensate che non possa essere estremamente evidente, se non in base all’affermazione di cui sopra, quanto meno analizzando le date di pubblicazione dei post, che non è aggiornato con periodicità?
Schiariamoci un po’ le confuse idee rampinando un po’ qua e là (ma sempre citando le fonti, eh).
A cominciare dal sempre utile Wikipedia (traduco per la gioia di grandi e piccini):
Un disclaimer è una dichiarazione che generalmente sancisce che l’entità autrice del disclaimer non è responsabile di un qualcosa in alcuna maniera. I dislcaimer inoltre avvertono il lettore dei rischi in cui si può incorrere. Questo viene fatto, in genere, come una misura di protezione legale; se qualcuno provoca a se stesso un danno nell’usare ciò di cui è oggetto il disclaimer, costui/costei dovrebbe risultare scoraggiato nel cercare un risarcimento tramite azioni legali.
Possiamo quindi dedurre già una prima grande novità: il termine disclaimer è assolutamente inappropriato in questo contesto, dal momento che il lettore non rischia proprio un bel niente.
Passiamo a Fulvia Leopardi, che credo sia una blogstar da quel che ho capito, e comunque sicuramente bazzica nella blogosfera da più tempo di me:
La legge 7 Marzo 2001 n° 62 definisce “le nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali”, inserendo nei nostri blog il disclaimer:
«Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001»
dovremmo a grandi linee metterci al sicuro dall’obbligo di depositare il contenuto dei nostri blog presso il ministero, sempre che non si violi nessuno degli articoli contenuti nel suo testo.
(http://www.fulvialeopardi.it/index.php/2004/07/06/questo-blog-non-e-una-testata-giornalistica/)
Ecco. Pochi in effetti sanno perché ci si tutela dietro questa scritta. Se venisse considerato un prodotto editoriale, dal momento che non è stata seguita una corretta procedura di registrazione, verrebbe considerata stampa clandestina e punita con la reclusione fino a due anni o l’ammenda di (erano) 500mila lire.
In realtà quello che andrebbe indicato nelle pagine è ben’altro, come viene fatto, ad esempio qui: http://www.proloco.net/pro-pantalica/credits.html.
Perché? Ve lo spiega un tal Manlio Cammarata che, scusate, non è mica l’ultimo degli stronzi a giudicare dal suo curriculum. Anzi, direi che in tutto questo marasma di voci sia l’unica autorevole.
[…] secondo la lettera della legge 62/01, i siti che non sono diffusi con periodicità non sono soggetti all’obbligo dell’iscrizione nel registro della stampa. Basta indicare nome e domicilio dell’autore e del provider che ospita le pagine. Ne consegue che chi vuole sottrarsi all’oneroso – e in molti casi impossibile – adempimento, non deve fare altro che aggiornare le informazioni a intervalli irregolari. Fine.
Questo in effetti solleverebbe un dubbio: è opportuno inserire i propri dati anagrafici, nonché il proprio domicilio, nel blog? La risposta sembrerebbe no, volendoci appellare al diritto, per un autore di contenuti amatoriali, alla privacy (già, la famosa privacy di cui tanto si parla e spesso a sproposito, quella che sarebbe forse più decente definire nuova paranoia dell’uomo occidentale… ma questa è un’altra storia). In ogni caso sappiamo che i dati anagrafici sono a disposizione del provider dei servizi quando ci registriamo per creare il nostro blog, e in ogni caso il nome del provider è reperibile facilmente (beh, voglio dire, nel caso di Splinder c’è tanto di logo all’inizio di qualsiasi pagina).
Insomma, basta con questa buffonata che tanto possiamo dormir tutti tranquilli.
Buona notte.
veramente io la spiegazione l’avevo tratta da iobloggo, anche se la pagina non esiste più
in ogni caso: io ce l’ho messo, poi se mi considerano una testata giornalistica finirò nelle edicole come il corriere della sera ;-)
Lo faresti davvero?
Forse si.
A me a volte vien la rabbia di non essere la solita ragazzetta che si fa amare da tutti.
Anche se poi ci penso e so che: non mi interessa.
Ti voglio bene.
Cri.
beh, direi che prima di dormire ognuno ha i propri pensieri…
e poi sta cosa del disclaimer mi sa di manie di grandezza, boh…
Cazzo, io non sapevo manco cosa fosse, un disclaimer…
Sulle prime ho pensato ad una nuova arma di Geeg Robot d’Acciaio…
sto con te, comunque…
Ehilà, Legs!
In effetti gli italiani sembrano fare a gara per tirare fuori leggi sempre più dementi per quanto riguarda Internet… vogliamo parlare dell’orrida legge sul deposito dei siti web presso la biblioteca nonricordoquale??? :-(((
(A proposito del tuo commento: non preoccuparti, sono anch’io seguace della filosofia KISS! :-) )
Sì ma vuoi mettere quanto faffigo scrivere disclaimer anzichè adempimenti previsti?? E’ come quando sui giornali scrivono “scoperto il gene DELLA CATTIVERIA” anzichè specificare “identificato un gene che codifica per una proteina, la quale, fra i suoi 1550 ruoli, ha quello di COMPARTECIPARE nella sintesi di un ormone il quale, in determinate condizioni ambientali, può indurre un soggetto alla produzione di adrenalina, la quale, nei soggetti predisposti, può causare l’insorgenza di attacchi di violenza” (me lo sono inventato, ma è per rendere l’idea :P)…
ps hai qualcosa da dire sul mio post su Pinochet? ^^
Ho sfruttato lo spunto.
;-)
traparentesi – il tuo post ha suscitato un tot di reazioni, c’hai fatto caso, dear?
@ brunodelfrate: e in effetti il disclaimer serviva anche per evitare il deposito ;)
Dengh’iù per l’ispirazione (un po’ postuma, ma vabbé) e per aver fatto luce finalmente in modo così esaustivo su questo inquietante mistero!! :D
abSssss
quoto il titolo..
io non l’ho messa la nota :D
alla fine secondo me molti hanno sta cagata perchè si prendono i templatesinpadellafindus pronti in 5 secondi che lo comprendono di per sè,,
alla crociata contro i disclaimer………:)
ciao,
val