Era come una linea sinuosa che si sviluppava in alto e in basso lungo il tempo di piccole liti, ritardi e spiacevoli sorprese, cani (sì, anche Nikita makes me smile), baci in gruppo, baci sul mento, 3 cuba libre, 3 piña colada, mojito e vodka pesca lemon.
Ma anche collant strappati, scarpine e gonne, girovagando in ogni direzione, con la testa stanca poggiata di lato e il viso che lo sciamano, con larghi gesti armoniosi, aveva ordinato di dividere a metà tra il sette e l’otto; e poi finalmente guardare e riguardare ogni centimetro di ogni foto per scrutare un particolare che rievocasse un qualsiasi momento. Istanti che contengono altri istanti e altri ancora, e scivolano verso un infinito quadridimensionale, come tra due specchi in parallelo. Istanti da catturare e rivivere. Rivivere.
Ancora una volta ho desiderato che questa pelle stanca e morbida non dovesse mai tornare.
ah, i baci sul mento!!! ^__^ mannaggia a me e alle mie reazioni incontrollate impreviste (non una smorfia a parte la mia solita faccia di cazzo, però le sopracciglia hanno cominciato a muoversi convulsivamente)…
…bé, anche tu parli di passato, vedo…
A distanza di tempo, ti sembra che anche le foto più banali ti possano raccontare qualcosa che, troppo impegnato a vivere, non hai fatto in tempo a notare…ma quell’enorme puzzle non può più essere scomposto, rivissuto, solo contemplato…ah!
anche a me piace ricordare attraverso le foto.. ma spesso c’è il pericolo che modifichiamo il passato a nostro piacimento (anche senza accorgercene)