È tardi.

Lo spazio è chiuso intorno ad un cancello, ma ai miei occhi chiusi si apre dilatandosi insieme al tempo in modo indefinito, mentre mi dondolo dolcemente su uno strano essere inorganico appoggiato ad un’enorme molla.

Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare!

Ho visto, grazie alla divinazione del Gran Chicco di Riso Duro, il cibo che verrà servito fra tre giorni.

Ho visto una scalinata riempirsi di piccoli topi con la rapidità della valanga che nel tunnel insegue Rossa e Mister Capra.

Ho visto poi la luna e il mare darsi il solito accordo, ovvero: la luna si sarebbe rimirata negli infiniti occhi del mare, e in cambio gli avrebbe donato la sua tipica pallida e lattea luce per farlo sentir splendido e brillante. Uno scambio tra narcisi, osserverete voi… in realtà, secondo me, un esempio da seguire.

Ho visto Brandon Lee resuscitare e decidere di passare il resto della sua nuova vita immortale (fatta però solo di notti, e notti, e notti ancora), avanti e indietro lungo la sua via prediletta, cercando e aspettando qualcosa di assolutamente ignoto sia a noi che a lui stesso… finché improvvisamente diviene vittima di una trasformazione mimetica. Beh sì. Quando si trasforma non si trasforma mica in Corvo come uno ci si aspetterebbe. Si trasforma in un gatto grigio. Furbo sto Brandon Lee, eh?

E infine…

Vedo gli amici ancora sulla strada,
loro non hanno fretta,
rubano ancora al sonno l’allegria
all’alba un po’ di notte:
e poi la luce, luce che trasforma
il mondo in un giocattolo.

(F. De Andre’, Un ottico)

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