Un vento fortissimo cerca in tutti i modi, questa mattina, di portarsi via ogni cosa.
Le amarezze. Le gioie passate che cercano di plagiare il mio volere. Le gioie tarpate. Le indecisioni. I cambi d’umore. Persone irritanti. Persone la cui compagnia ritenevo salutare. O quantomeno piacevole. Gli attriti. Le liti. Le logiche di gruppo. Le logiche dei singoli. La casualità, ossia la divinità che si rivolta contro l’adepto. Le voci, le opinioni, i giudizi. I sorrisi. I baci. Le speranze. Le attese. I chiarimenti. I chiarimenti. I chiarimenti. Le attese.
Il vento però non riesce a portar via il mio mal di testa. Davvero, neanche 20 gocce di Novalgina ci sono riuscite ancora. Me le immagino ancora girovagare nel mio cervello cercando di trovare il cavillo legale opportuno per sfrattare il moroso dal cervello occupato abusivamente. Non so che dire, potrei avere un aneurisma*. Nel caso mi vedrete al Pronto Soccorso tra qualche ora (perché io in questi casi non faccio di testa mia, che si sappia). E loro mi diranno forse che questo mal di testa è dovuto ad un sovraccarico del cervello. Troppi pensieri in testa girano vorticosamente e si scontrano come palline di un flipper sulla via del tilt.
La II rivoluzione mi salverà.
Come on over, and do the twist.
Overdo it and have a fit.
Love you so much, it makes me sick.
Come on over, and shoot the shit.(Nirvana, Aneurysm, Incesticide, 1992)